Maria Lai. Sogni di filo e d'infinito Mappe e geografie, libri cuciti, appunti e disegni a cura di Giannella Demuro
Ha cucito la sua arte con il filo, Maria Lai, un’arte che nei lunghi anni dedicati alla ricerca e alla sperimentazione l’ha portata a costruire un impianto teorico ed estetico originale, raffinato e di altissimo valore. Dopo gli anni della formazione e le prime prove figurative degli anni Cinquanta, a partire dagli anni Sessanta la poetica di Maria Lai si orienta in maniera sempre piů netta verso i temi dell’identitŕ e del recupero della tradizione isolana e, attraverso questa, verso i grandi temi universali della fiaba e del mito. L’artista si affranca rapidamente dalle pratiche artistiche convenzionali, che mortificano il suo spirito profondamente libero, alla ricerca di codici stilistici piů coerenti e personali, procedendo sul sentiero di un’astrazione lieve e giocosa, ma non per questo meno rigorosa e attenta. Tra i grovigli di fili di sete preziose, Maria nasconde parole incantate, memorie intime di un segreto mondo interiore, forgiato dalle infinite storie raccolte dalla voce di una terra antica. A questo inestimabile patrimonio di tradizione orale l'artista accosta le consuetudini di una pratica quotidiana tipicamente femminile. Il gesto indifferente e reiterato del cucire diventa gesto alchemico che plasma sentimenti e crea universi di senso. Negli anni l’elemento narrativo ritorna sempre piů insistente nel lavoro della Lai, fino a costituirne la struttura portante. Di questa esperienza di arte e di vita, di questa poetica singolare, la mostra offre alcuni frammenti: dalle imponenti scritture del silenzio depositate su candidi lenzuoli alle fiabe cucite, dagli esiti originali e maturi delle geografie ai disegni e ai pensieri affidati a fogli e quaderni di appunti, alla voce e ai gesti dell’artista osservata nell’atto del creare. Grafemi indecifrabili e muti affollano fitti teorie di pagine distese nella tela, gravidi di suggestioni e di sensi perduti, echi di parole che vivono il mistero dell’assenza. Intense e di forte impatto le imponenti geografie e le misteriose mappe astrali, che raccontano di terre e di mari, di universi lontani, di neri cieli stellati, di galassie e pianeti le cui coordinate si perdono nel groviglio di fili cuciti su morbidi velluti: poetica dell’infinito fuori dal tempo e dallo spazio, densa di stupefacente profonditŕ e incanto. E fili anche per i libri di stoffa – Inventata da un dio distratto, Maria Pietra, Tenendo per mano l’ombra –, fili che diventano scritture, parole, fiabe, storie che hanno il fascino di magie e tempi lontani. Storie che si arrampicano sui fili pazientemente cuciti dall’artista-cantastorie, che parlano il linguaggio del sogno e della magia. Accanto ad essi, appunti, piccoli disegni, progetti, linee tracciate a fissare pensieri pronti per mutare, un giorno, anch’essi, in sogni e desideri di infinito. La poetica di Maria Lai, nella mostra di Berchidda, vive anche nella voce lieve e sussurrata dell’artista, che accoglie il visitatore, e il fascino delle storie cucite echeggia negli intensi ritratti d’autore, con i quali artisti e registi hanno voluto rendere omaggio all’eterna bambina che respirava il respiro dell’arte.
Nelle sue parole il respiro dell'arte
incontri con Maria Lai
rassegna di video documentari di Francesco Casu, Tonino Casula, Emanuela Cau, Marilisa Piga e Nico di Tarsia
a cura di Francesco Casu
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