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PAV
Progetto Arti Visive
a cura di Giannella Demuro e Antonello Fresu


Come accade già da alcuni anni il Festival Time in Jazz dedica una parte delle sue manifestazioni all'arte visiva contemporanea. Il programma di questa sezione comprende sette appuntamenti:


Stanze comunicanti
Le esperienze artistiche che si sono prodotte in questi ultimi tempi si sono sempre più orientate verso una dimensione individuale, quasi che la destabilizzante fluidità del contesto politico e socio-culturale abbia germinato negli artisti la consapevolezza di un'urgenza identitaria e, conseguentemente, la necessità di una comunicazione biunivoca tra la soggettività del singolo e il reale. Ciò che appare evidente, nondimeno, è la volontà del singolo ad entrare in comunicazione con le difformi e molteplici categorie del reale, attraverso l'uso, meditato e consapevole, delle differenti grammatiche dell'arte, all'interno delle quali contaminazioni di vario genere risultano lecite e coerenti. Infatti, non solo le modalità adottate dagli artisti rispecchiano le prassi e linguaggi del quotidiano, ma con esso volutamente si intrecciano, interagiscono e si confondono, pur rimanendo, almeno in parte, autonome e distinte.
Si annullano le distanze generazionali tra i singoli, tutti ugualmente coinvolti in uno stesso dialogo, geneticamente condiviso anche se differentemente affrontato, nel quale tutte le opere si definiscono, quindi, come spazi comunicativi, in cui dimora l'immutabile transitorietà del tempo.

Mario Carboni, Codex Multimedia, Sandro Fois, Nico Orunesu, Giovanna Sechi, Danilo Sini

Dopo il festival di Berchidda, la rassegna verrà trasferita ad Arzachena (19 agosto - 15 settembre), Alghero (20 - 30 settembre) e Quartu (ottobre).
La mostra è accompagnata da un catalogo edito da Time in Jazz.


La Collezione di arte contemporanea di Time in Jazz
Non solo musica, si potrebbe dire di Time in Jazz. Infatti, una delle caratteristiche che, negli anni, ha sempre più segnato la fisionomia di questa manifestazione, è stata la 'naturale' apertura verso i più diversi linguaggi espressivi, dalla fotografia alla pittura, dalla scultura alla danza, dalla letteratura al teatro e al cinema. Tra questi, una particolare attenzione è stata dedicata, particolarmente nel corso delle ultime edizioni, alle arti visive, fino alla prima mostra tenutasi a 'Casa Meloni', con la quale ha preso ufficialmente il via il Progetto Arti Visive, che si spera possa diventare, nel tempo, una vivace occasione di incontro e uno stabile riferimento per la cultura artistica nell'Isola.
Di questo progetto la collezione - nata grazie al generoso contributo degli artisti che hanno partecipato alle iniziative del Festival - rappresenta il nucleo aggregativo, oltre che una preziosa testimonianza degli esiti della sperimentazione artistica in Sardegna.

Leonardo Boscani, Grazia Cadeddu, Erik Chevalier , Pilar Gomez Cossio, Paola Dessy, Gavino Ganau, Alessandro Meloni, Gisela Moll, Wanda Nazzari, Efisio Niolu, Roberto Piazza, Pinuccio Sciola, Monica Solinas, Federico Soro, Sisinnio Usai


Pietro Costa, immagini per un festival
(opere realizzate per illustrare il manifesto e il catalogo della manifestazione)
Nato nel 1949, Pietro Costa compie gli studi presso l'Istituto d'arte di Sassari, diplomandosi nel 1969. Alcuni anni dopo inizia una docenza in discipline pittoriche all'Istituto d'Arte di Nuoro che prosegue fino al 1992. Nel 1976, dopo aver partecipato a diverse collettive in numerosi centri dell'Isola, Costa inaugura a Nuoro la prima personale. Negli anni successivi, tuttavia, si dedica esclusivamente alla progettazione di spazi urbani e abitativi. Solo dopo una pausa di circa dieci anni riprende ad operare nel campo artistico sviluppando la sua indagine soprattutto nell'ambito pittorico e approfondendo le tematiche legate alla figurazione e ai valori cromatici. Nel 1987, una personale a Nuoro segna l'inizio di una nuova ed intensa fase creativa. A partire dai primi anni '90 la sua ricerca si definisce anche in senso plastico, dapprima con terrecotte e successivamente con sculture in pietra, entrambe caratterizzate da una marcata tendenza alla monumentalità. In queste, come anche nelle opere su tela, dominano figure contorte, tormentate e segnate da inarrestabili tensioni emozionali. Stratificazioni materiche di colore denso e forme rudemente sbozzate nascono da una gestualità prepotente di derivazione espressionista che racconta, con un peculiare vigore interpretativo, le passioni e i drammi di un'umanità tormentata.


Isola in bianco e nero, Leonard Sussman fotografa la Sardegna
Paesaggi severi, momenti fissati sotto la luce dura del sole allo zenit, immagini che raccontano il fascino di una terra antica, memorie raccolte in quasi dieci anni di scatti. È dal 1991, infatti, che l'americano Leonard Sussman dialoga con la natura e il tempo dell'Isola, attraverso l'obbiettivo della sua macchina fotografica.
Sussman, nato nel 1947 a San Francisco, dopo la laurea a Berkeley consegue il Master of Fine Art al Pratt Institute di Brooklyn, New York, città in cui ancora vive. Il fotografo, che attualmente insegna arte e fotografia al Baruch College di New York, ha esposto le sue immagini in numerose mostre sia negli Stati Uniti che in Italia, in spazi prestigiosi quali la Witkin Gallery di Broadway, il Brooklyn Museum e il Cooper-Hewitt Museum di New York, il San Francisco Museum of Art.
Recentemente la Witkin Gallery ha ospitato Viaggio in Sardegna, mostra di cui Isola in bianco e nero rappresenta una parte piccola ma significativa.
Gli scatti di Sussman raccontano una terra aspra, fatta di pietra e di silenzio, una terra in cui la presenza umana è pressoché assente o di cui, spesso, resta solo la traccia. Sono paesaggi che attestano la fissità mutevole dello scorrere del tempo. Sono luoghi noti ma al contempo estranei, luoghi che, più che all'Isola, sembrano appartenere alla memoria e al ricordo di chi li ha tanto profondamente penetrati.



Arte e design, interpretare lo spazio
12 artisti espongono tra i divani della ditta Moroso in collaborazione e negli spazi della Ditta ArredoPiù
Sebbene distinte e autonome, le ricerche condotte nell'ambito della sperimentazione artistica e del design sono spesso entrambe volte ad analizzare il rapporto con lo spazio, sia esso interno od esterno.
Nel design, come nell'arte, progettualità e creatività interagiscono, realizzando equilibri di forme e volumi, rapporti cromatici e materici che si traducono in oggetti che sono nuovi modi per percepire e strutturare lo spazio, abitativo e urbano. Con la dimensione spaziale si sono confrontati anche gli artisti qui presenti, accostandosi ad essa con linguaggi e modalità differenti, interpretandola con interventi cromatici e plastici riconducibili alle singole ricerche. L'originalità e unicità dell'opera d'arte si accosta così, in questa occasione, alla serialità tecnologicizzata del design. L'opera cessa di essere un oggetto percepito dall'esterno per divenire parte integrante dello spazio umano.

Paola Dessy, Gavino Ganau, Marina Madeddu, Veronica Massa, Sonia Natante, Wanda Nazzari, Pinuccio Sciola, Giovanna Sechi, Federico Soro, Maria Antonietta Tilloca, Sisinnio Usai, Giuseppe Uzzanu



Spaventapasseri d'artista
E' un oggetto ormai in totale estinzione lo spaventapasseri. Come mille altri segni della cultura contadina, cancellati da un'urbanizzazione sempre più invasiva, quello strano pupazzo che un tempo faceva da pittoresca sentinella in mezzo ai campi, e' scomparso nell'indifferenza generale. Protagonista di indimenticabili epopee della letteratura infantile, lo spaventapasseri vive insomma una singolare esistenza di personaggio fantastico, quasi solamente letterario. Altro ambito vitale per lo spaventapasseri, e' stato quello dell'arte delle avanguardie: dadaismo e surrealismo hanno spesso trasportato l'iconografia povera ma incongrua dello spaventapasseri nelle loro opere provocatorie o di carattere onirico. Ma anche questa è un'occasione per riportare l'antico manichino impagliato nel cuore e nella fantasia dei piccoli, senza trascurare anche il piacere estetico dei grandi, attraverso una decina di spaventapasseri d'autore, realizzati da altrettanti artisti italiani e stranieri: Marie-Claude Beck, Luciano Bonino, Adelaide Lussu, Mirella Mibelli, Carla Orrù e Lidia Pacchiarotti, Antonello Ottonello, Gianfranco Pintus, Giorgio Podda. Dove se ne sono andati gli spaventapasseri? Per una volta ancora tra le viti sotto il sole d'estate. (libero adattamento di un testo di G. Pellegrini)
L¹installazione, allestita con la collaborazione della cooperativa La Memoria Storica, ripropone la mostra prodotta dall'Associazione Segni & Sogni e curata dal critico Giorgio Pellegrini, presentata all'Exmà di Cagliari nel 1998.



Travelling, i festival degli altri
mostra fotografica di Agostino Mela
La mostra si compone di una trentina di immagini catturate nell'arco di tre lustri, tra il 1985 e il 1999, durante varie manifestazioni musicali incentrate sul jazz e sul blues. Manifestazioni ancora attive o scomparse da tempo, periodiche o episodiche. Ritraggono i musicisti sia durante il concerto sia nei momenti preparatori o in quelli successivi, in relax. Sono illustrati anche alcuni dei luoghi legati alle rassegne, mentre diverse immagini vengono presentate per la prima volta in una mostra. Come suggerisce il titolo, non sono comprese fotografie del festival Time in Jazz di Berchidda.
Fotografo ufficiale dei festival Ai confini tra Sardegna e Jazz (Sant¹Anna Arresi), Jazz in Sardegna (Cagliari), Time in Jazz (Berchidda), Rocce Rosse & Blues (Arbatax-Tortolì), Agostino Mela ha realizzato le immagini per le copertine di oltre cento dischi di musica jazz, per le etichette discografiche italiane Splasc(h), Red Records e Gala, e per le americane New Note ed E.M.I.
Ha collaborato dal 1985 all'89 alla pagina degli spettacoli del quotidiano La Nuova Sardegna. Sue immagini sono state pubblicate su L¹Unione Sarda, L'Unita', la Repubblica, Il Corriere della Sera e Il Giornale Nuovo, e sulle riviste Musica Jazz, Blu Jazz, Frigidaire, Il Mucchio Selvaggio, Jazz, L'Ultimo Buscadero, Jam e Harta Performing (Italia), Jazz Hot e Jazz Magazine (Francia), Strings (U.S.A.) e Jazz Forum (Polonia). Dal 1991 firma le fotografie dei periodici L'Almanacco di Cagliari e Sardegna Fieristica.
E' stato fotografo di numerosi allestimenti teatrali (del Teatro Akroama, del Gruppo Quattro Cantoni e della Cooperativa Teatro di Sardegna, fra gli altri) ed ha tenuto diverse mostre personali e collettive.