Digit@l Trance
a cura di Giannella Demuro e Antonello Fresu
Bianco-Valente, Isabella Bordoni, Cristian Chironi, Emilio Fantin, Greta Frau, Tore Manca, Nero Project, Antonio Riello, Sara Rossi, Nico Vascellari
Anche se visto attraverso la lente raffreddata del tempo, il percorso evolutivo compiuto dall'essere umano, particolarmente in questi secoli recenti, appare straordinario e ricco di aspettative, oltre che di incertezze. L'impressione è, infatti, quella di trovarsi in un momento topico per la "specie" umana. L'impensabile accelerazione del progresso tecnologico e digitale sembra imporre un nuovo passaggio del testimone: dall'homo sapiens all'homo technologicus. Quella che a prima vista può apparire, infatti, come un'improbabile e disturbante ibridazione linguistica si rivela, piuttosto, come l'epifania di un futuro non troppo lontano, anzi, parrebbe, già in fieri.
È innegabile, infatti, che l'uomo contemporaneo stia già attraversando un panorama esistenziale tecnologico e post-umano, la cui manifestazione primaria è quella che porta ad affiancare ed integrare la complessa struttura umana, con quella artificiale, come confermano in modo inconfutabile i vari e ormai familiari dispositivi biotecnologici.
E se forse, le innovazioni e le sperimentazioni tecnologiche in ambiti eticamente "sensibili" accendono ancora il dibattito sulle sempre più fragili ed aleatorie problematiche identitarie, è, invece, già ormai pienamente accettato e condiviso il processo che ha interessato il crinale comunicativo, quello che ha portato ad un'integrazione pressoché osmotica tra la comunicazione biologica umana e quella virtuale delle macchine.
Ma nonostante la presenza sempre più invasiva dell'elemento tecnologico nellavita quotidiana abbia prodotto una trasformazione profonda e, di conseguenza, nuovi rapporti con la realtà sociale, culturale, politica del nostro tempo, ancora molti fattori legano l'homo technologicus al suo predecessore. Tra questi il bisogno ancestrale di liberarsi, di tanto, in tanto, dalle strutture collettive e sociali per raggiungere e liberare gli strati profondi del sé.
Questo desiderio di "perdersi" dell'individuo, si esprime nel concetto di trance, sia nella sua accezione più tradizionale sia, soprattutto, nella sua estensione tecnologica e digitale. Infatti, se la distorsione del normale stato di coscienza e la conseguente alterazione delle capacità percettive e sensoriali sono da sempre legati alla definizione del concetto di trance, ciò è ancor più vero oggi che le nuove e sofisticate tecnologie informatiche - sollecitando una sorta di estensione "elettronica" della capacità percettiva - facilitano l'accesso a quella sorta di "stravolgimento" visivo e sonoro che contraddistingue gran parte delle più recenti sperimentazioni artistiche contemporanee.
È proprio da ciò, infatti, che spesso deriva quella componente ipnotica e insieme straniante di molte delle opere che nascono dall'utilizzo del mezzo elettronico o digitale, opere che danno vita alla rassegna internazionale d'arte contemporanea Digit@l Trance.
Giannella Demuro
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