7 Modi
un ptogetto di Stefano "Cocco" Cantini
Stefano “Cocco” Cantini (direzione e sax), Antonello Salis (fisarmonica e tastiere), Francesco Petreni (batteria), Raffaele Toninelli (contrabbasso), Andrea Lagi (tromba), Valentina Toni (voce), Aldo Milani (sax e flauto), Enrico Rustici (ottavatore), performance e danza coordinate da Cristina Riparbelli, consulenza generale Simona Rafanelli, e con la partecipazione speciale di Jerome Casalonga (voce).
Da una idea di Stefano “Cocco” Cantini, un concerto ispirato alla cultura mediterranea e alle antiche civiltà, sulla base di originali rivisitazioni jazzistiche e con la partecipazione di validissimi musicisti.
Nella Grecia antica i modi venivano chiamati con suggestivi nomi a carattere etnico: Ionica o Ionia, Dorica, Frigia, Lidia, Misolidia, Aeolia o Eolia e Locria o Ipofrigia. A ognuno di essi viene associato un “colore musicale” e, specialmente nel jazz, questi modi fanno ancora parte del linguaggio musicale corrente. Il jazz modale significa proprio questo: improvvisare usando un “modo”. Un concetto difficile da spiegare a parole, ma allo stesso tempo fondamentale nella storia della musica, che questo progetto cerca di trasmettere attraverso la elaborazione della musica popolare della Maremma, legata all'improvvisazione della poesia estemporanea.
Il jazz è per natura il più grande veicolo di trasmissione, insieme ad una parte musica classica, delle musiche popolari di tutto il mondo e dalle quali si è sempre fatto contaminare. Proprio da questo concetto nasce il progetto “Sette MODI”. Ogni brano verrà rielaborato in forma jazzistica, scegliendo per ognuno un “modo”. Sul palcoscenico una band composta da conosciuti musicisti toscani, supportati da musicisti provenienti da altre Regioni coinvolte nel progetto "Sonata di mare".
Nello spettacolo saranno presenti anche voci recitanti in poesia e canto, e scene di vita Etrusca. Etrusca perché proprio questo popolo usava la musica in qualsiasi attività della vita quotidiana e probabilmente i MODI venivano scelti a seconda che si trattasse di scene di cucina, di sport, di morte o di guerra, creando così atmosfere completamente diverse anche se suonate con strumenti semplici di cui erano dotati i popoli nel mondo antico.
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