Una goccia di splendore per Fabrizio Ornella Vanoni protagonista del consueto omaggio a De André nei giardini dell'Agnata
Un’autentica icona della canzone italiana, al centro del concerto con cui Time in Jazz, per il quarto anno consecutivo, rende omaggio a Fabrizio De André: all'Agnata, nei giardini dello stazzo vicino a Tempio Pausania che il cantautore genovese scelse come uno dei suoi luoghi di ritiro preferiti (oggi è un'apprezzatissima azienda rurale destinata al turismo di qualità), il pomeriggio del 13 agosto (ore 18) è di scena Ornella Vanoni. Ad accompagnare la cantante milanese - che lo scorso autunno ha firmato il suo album numero cinquantatré, Una bellissima ragazza - due musicisti eclettici che sanno coniugare tecnica e feeling: al pianoforte Paolo Jannacci (figlio d'arte del grande Enzo) e alla chitarra Michele Ascolese (ha esordito proprio con la Vanoni, nel 1985, ed è stato stretto collaboratore di De André) . Una goccia di splendore è il titolo scelto per l’appuntamento, come sempre organizzato in collaborazione con la Fondazione Fabrizio De André: titolo preso in prestito dalla recente “autobiografia per parole e immagini” dell'indimenticabile Faber curata da Guido Harari. Ornella Vanoni, come si sa, ha esordito sulla scena come attrice nella scuola del Piccolo Teatro di Milano diretta da Giorgio Strehler. Tra le prime interpreti dei drammi di Brecht, a questa esperienza teatrale ha legato il suo primo successo come cantante, Le canzoni della Mala, un repertorio di brani di grande impatto drammatico. Nel 1960 un altro incontro fondamentale, quello con Gino Paoli, inaugura un sodalizio artistico e sentimentale: Senza fine è scritto per lei. La Vanoni alterna per qualche anno la musica agli impegni teatrali: vince il premio S. Genesio come miglior attrice per L’idiota e La fidanzata del bersagliere, nel 1964 approda a Broadway col Rugantino. Poi, c'è solo la musica: nel 1964 vince il Festival di Napoli con Tu si 'na cosa grande di Modugno, nel '68 è seconda a Sanremo con Casa Bianca di Don Backy, e inanella una serie di canzoni che fanno epoca: Io ti darò di più, La musica è finita, Tristezza, Una ragione di più, L'appuntamento, Domani è un altro giorno. Ornella Vanoni si afferma come raffinata interprete della canzone d’amore italiana. Ma non si adagia sugli allori. Nel 1974 fonda la sua casa discografica, inaugura il fortunato sodalizio con il produttore Sergio Bardotti e stringe incontri importanti: con Toquinho e Vinicius De Moraes registra nel 1976 La voglia, la pazzia, l’incoscienza, l’allegria: un successo internazionale; con i New Trolls il doppio Io dentro, io fuori; con il cantante Gepy un singolo da alta classifica, Più. Gli anni Ottanta portano la maturità e un nuova consapevolezza artistica: la “Signora della Canzone Italiana” firma sempre più spesso i brani che interpreta, come Vai Valentina e Il marinaio. Continuano anche gli incontri: con Loredana Berté, Caterina Caselli, Gerry Mulligan, Lucio Dalla. E Gino Paoli: il loro tour in coppia nel 1985 è un trionfo. L'anno dopo è invece un cast di stelle jazz ad affiancarla nel doppio album Ornella &…: musicisti del calibro di Gil Evans, George Benson, Herbie Hancock, Ron Carter, Lee Konitz, Michael Brecker, Herbie Mann, Steve Gadd. Gli anni Novanta cominciano all’insegna della collaborazione con Mario Lavezzi, produttore e autore di tante canzoni di successo. Nel 1996 esce Sheherazade, disco d'oro che vede la partecipazione di Paolo Fresu e del musicista ugandese Geoffrey Oryema. Dalla collaborazione ancora con il trombettista sardo e con il produttore e arrangiatore Beppe Quirici, due anni dopo nasce l'album Argilla. Nel 2001 pubblica due dischi di cover degli anni Sessanta e Settanta: Un panino, una birra… e poi (disco di platino) e, a ruota, E poi… la tua bocca da baciare che darà il via a un riuscito tour dei migliori teatri italiani. Altre interpretazioni in Sogni proibiti: stavolta la cantante milanese si misura con il meglio di Burt Bacharach che per l'occasione firma e arrangia per lei un nuovo brano, Love is (still) the answer. Dopo quasi vent’anni dal precedente incontro artistico, nel 2004 Ornella Vanoni ritrova Gino Paoli per registrare un album di inediti, Ti ricordi? No non mi ricordo: la successiva tournée, come nel 1985, registra record d’incasso ai botteghini dei più importanti teatri. Un successo che merita di essere consegnato alle tracce di un doppio CD e DVD (VanoniPaoli Live). Poi, lo scorso settembre, il cinquantatreesimo album della cantante, Una bellissima ragazza: prodotto da Mario Lavezzi raccoglie dodici brani e tante firme eccellenti fra gli autori (Ron, Grazia Di Michele, Renato Zero, Pacifico, Renzo Zenobi, fra gli altri) e fra i musicisti (Mario Biondi e ancora Paolo Fresu). |