Home page

 
  Time in Jazz 2016  
  Time in Jazz 2015  
  Time in Jazz 2014  
  Time in Jazz 2013  
  Time in Jazz 2012  
  Time in Jazz 2011  
  Time in Jazz 2010  
  Time in Jazz 2009  
  Time in Jazz 2008  
 
1. Il calendario
1b. Festival calendar (English)
2. Il programma
2b. Festival program (English)
3. I partner di Time in Jazz 2008
4. Gli amici di Time in Jazz 2008
5. Progetti Speciali
6. Biglietti e abbonamenti
7. Tabloid
 
  Time in Jazz 2007  
  Time in Jazz 2006  
  Time in Jazz 2005  
  Time in Jazz 2004  
  Time in Jazz 2003  
  Time in Jazz 2002  
  Time in Jazz 2001  
  Time in Jazz 2000  
  Time in Jazz 1999  
  Time in Jazz 1998  
  Time in Jazz 1997  
  Time in Jazz 1996  
  Time in Jazz 1995  
  Time in Jazz 1994  
  Time in Jazz 1993  
  Time in Jazz 1992  
  Time in Jazz 1991  
  Time in Jazz 1990  
  Time in Jazz 1989  
  Time in Jazz 1988  
 
 
 
 
   
11-08-2008, Uri Caine si fa in quattro  

Il piano solo, le Variazioni Goldberg, il duo con Paolo Fresu e quello con Don Byron
Uri Caine si fa in quattro
Il pianista americano fra i protagonisti più attesi del festival

Tecnica impeccabile, senso dello swing, grande verve improvvisativa, una feconda vena compositiva, una vastissima cultura musicale, una giusta dose di humor. Queste le doti dell’eclettico Uri Caine, un musicista che ama superare i confini fra i generi e gli stili per dare forma al suo pensiero musicale, spaziando con disinvoltura dal jazz d’avanguardia all'elettronica, dal klezmer al rock. Alla musica classica: sono famose le sue visionarie riletture di Schumann, Mahler, Wagner, Verdi, Mozart e soprattutto delle Variazioni Goldberg di Johann Sebastian Bach, “piatto forte” dei ben quattro impegni che attendono il pianista americano in questa edizione di Time in Jazz. Già consegnata alle tracce di un  album di otto anni fa, Caine proporrà la sua personale reinterpretazione del capolavoro bachiano in una versione e con un ensemble diversi rispetto a quel memorabile precedente discografico: saranno Barbara Walker (voce), Joyce Hammann (violino), John Hebert (contrabbasso), John Swana (tromba), Chris Speed (clarinetto), Jim Black (batteria) e DJ Olive (consolle dj) a salire con lui sul palco “centrale” di piazza del Popolo nel secondo set della serata di mercoledì 13.
Ma già nel primo (ore 21:30), troveremo Uri Caine seduto al suo pianoforte accanto alla tromba e al flicorno di Paolo Fresu per rinnovare un incontro nato proprio qui al festival di Berchidda edizione 2002, maturato negli anni seguenti attraverso tanti concerti, e fissato sul disco Things nel 2006. Un disco denso di feeling e di atmosfere differenti, lirico e raffinato, specchio fedele dell’intesa perfetta tra i due musicisti, alle prese con un repertorio che alterna standard a brevissime composizioni originali, rivisita pagine di Gershwin, Miles Davis e l’Irving Berlin di Cheek to Cheek, ma anche il barocco di Monteverdi (Sì dolce è il tormento) e un cavallo di battaglia di Mina come E se domani.
Altri due appuntamenti contribuiranno a precisare lo sfaccettato profilo artistico di Uri Caine: la sera dell’11, un doppio concerto in solo nella Basilica di Sant’Antioco di Bisarcio, nelle campagne di Ozieri (alle 21 e alle 22); e il pomeriggio del 14 (ore 18), nella chiesa di San Nicola di Carana, a Luras, in duo con il clarinettista Don Byron, partner artistico di lunga data e tante esperienze con cui condivide più affinità: l'eclettismo, lo studio dei repertori classici della musica ebraica, l'attenzione per autori e generi del passato ma con una prospettiva sempre modernissima.
Classe 1956, Uri Caine ha iniziato a studiare il pianoforte con Bernard Pfeiffer a Filadelfia (la città dove è nato) quando aveva dodici anni. Il maestro richiedeva ogni settimana al giovane allievo una nuova composizione che veniva poi rielaborata, estesa, deformata e arricchita. Questo tipo di approccio si rivelerà basilare per lo sviluppo non solo della tecnica sulla tastiera ma anche della teoria jazzistica di Uri Caine. Quando si iscrive all'università, il pianista è già coinvolto nella scena jazz della sua città. Studia composizione con George Rochberg e George Crumb, contemporaneamente segue i corsi di letteratura: questi studi, insieme all'elevato ambiente familiare, favoriscono quella flessibile e raffinata cultura che emergerà successivamente in tutti i suoi lavori. Suona intanto con i grandi jazzisti di passaggio a Filadelfia, da Freddie Hubbard a Joe Henderson, da Phil Woods a Lester Bowie. La combinazione tra le frequentazioni jazzistiche e approfonditi corsi di musicologia, contribuiranno a forgiare l’eclettismo e l’apertura del pensiero musicale del pianista.
Trasferitosi a New York, registra i primi due dischi come solista, Sphere music nel 1993 e Toys nel 1995 per la JMT, la prima etichetta di Stefan Winter. Il secondo contiene una citazione della Prima Sinfonia di Mahler che, su insistenza dello stesso Winter, porta Caine ad immergersi profondamente nella musica del grande compositore boemo. Il risultato sarà pubblicato nel 1996 per la nuova etichetta Winter & Winter. Nato come colonna sonora di un film documentario per la regia di Franz Winter, Urlicht/Primal Light diventa un piccolo classico contemporaneo e indica nuove direzioni nella rilettura del  repertorio “colto”: una rivisitazione ricca di intelligenza, cultura, humour, rispettosa delle partiture originali ma anche molto personale, che porta a Uri Caine il primo premio della Toblacher Kompanierhaus, un riconoscimento di norma assegnato alla migliore esecuzione “ortodossa” dell'anno.
Nel 1997 è la volta di Wagner e Venezia dove l'autore del Tristano viene arrangiato per una piccola formazione di archi, fisarmonica e pianoforte. Un nuovo cambio di fronte ed ecco Blue Wail, un disco in trio (con James Genus e Ralph Peterson jr.) costruito su materiale originale; poi, nel 1999, il ritorno al repertorio mahleriano con il doppio  Gustav Mahler in Toblach, registrato dal vivo a Dobbiaco, la cittadina che vide la nascita di molti capolavori del compositore boemo. Nello stesso periodo, l'eclettico Caine realizza The Sidewalks of New York, dedicato a Tin Pan Alley e agli albori della grande canzone americana, quindi si accosta con Love Fugue ai lieder di Schumann di Dichterliebe e, con The Goldberg Variations rilegge a modo suo Bach. La sua vena inesauribile partorisce nel 2001 tre nuovi cd: Solitaire (al piano solo, come dal titolo), Rio, registrato dal vivo nella città brasiliana con diverse formazioni, e Bedrock 3, in trio con Tim Lefebvre al basso e Zach Danziger alla batteria.
Ancora una scorribanda sul fronte classico, nel 2002, con The Diabelli Variations, arrangiamenti e improvvisazioni per pianoforte e orchestra sull’opus 120 di Beethoven, e ancora un cd sulle canzoni di Mahler, Dark Flame nel 2003. Live at the Village Vanguard, in trio con Drew Gress e Ben Perowsky (2004), Shelf Life, seconda uscita del Bedrock trio (2005), una rilettura di pagine di Mozart (Uri Caine Ensemble Plays Mozart, del 2006), il già citato Things in duo con Paolo Fresu, The Classical Variations (dell’anno scorso) e il recentissimo The Othello Syndrome (ancora una libera interpretazione dell'opera di Verdi), sono le più recenti prove discografiche di Uri Caine. Che, accanto a una produzione così vasta e variegata, conta collaborazioni con musicisti come Dave Douglas, John Zorn e soprattutto Don Byron, presente in sei dei diciannove album firmati dal pianista americano.