Stazioni ferroviarie di Chilivani (ore 10) e Olbia (ore 11.45) Gianmaria Testa solo “Canzoni a vapore” Produzione originale in collaborazione con Trenitalia e RFI
Per uno che in una stazione ferroviaria ha lavorato tutta una vita, dev’essere particolarmente curioso ed emozionante tornare a frequentare binari e pensiline nella sua veste più nota, quella dell’artista di successo. Gianmaria Testa, classe 1958, ha lasciato da pochi mesi il suo incarico di capostazione a Cuneo, ma è da tempo fra i personaggi più apprezzati della canzone d’autore italiana. In una stazione non ha mai suonato, se non per esercitarsi alla chitarra e inventare canzoni fra il passaggio di un treno e l’altro, ma non ha avuto esitazioni nell’accettare l’invito di Paolo Fresu a dar forma a questo “concerto ferroviario” che la mattina di sabato 11 agosto rinnoverà, per il quarto anno consecutivo, la collaborazione di Time in Jazz con Trenitalia e RFI. Stavolta il treno del festival parte da Chilivani (a una trentina di chilometri da Berchidda), lo snodo ferroviario più importante del nord Sardegna. Gianmaria Testa, voce e chitarra, inizierà a offrire ai viaggiatori le sue “Canzoni a vapore”, dalle 10 e fino alla partenza del treno per Olbia (ore 10:32). All’arrivo nella stazione della stazione del capoluogo gallurese (ore 11:45 circa), il pubblico lo ritroverà già in azione sotto le pensiline per la seconda parte di questo originale concerto “a tappe”. Sul treno, ad accompagnare i viaggiatori-spettatori da Chilivani a Olbia, la musica di Paolo Fresu e le “parole meticce in movimento” di Donpasta. Il percorso musicale di Gianmaria Testa è stato più facile in Francia, dove è noto da tempo, che in Italia, perché condotto sempre con pochissime apparizioni in televisione o alla radio e nessun tipo di pubblicità. La sua vera forza è stata ed è ancora il passaparola. Chi va ad un suo concerto non riesce a dimenticarlo: l’emozione è palpabile e contagia tutti. Gianmaria scherza coi suoi musicisti ed è naturalmente comunicativo; i testi sono belli, semplici, piccole poesie che parlano della vita e che vivono anche al di là della musica; e lei, la musica, insieme ad una voce che si muove tra rauche asprezze e teneri velluti, i testi li trasporta, li puntualizza, li sottolinea. Al suo attivo, Testa conta oltre mille concerti nei teatri più importanti d’Europa, collaborazioni di altissimo livello (tra gli altri con Paolo Fresu, Enrico Rava, Gabriele Mirabassi, Rita Marcotulli, Riccardo Tesi, Enzo Pietropaoli, Marco Paolini, Erri De Luca, Paolo Rossi) e ben sei dischi: Montgolfières (1995), Extra-Muros (1996), Lampo (1999), Il valzer di un giorno (2000), Altre Latitudini (2003) e il più recente Da questa parte del mare (2006). Uscito lo scorso ottobre, è un concept album totalmente dedicato al tema delle migrazioni moderne, una riflessione poetica, aperta e senza demagogia sugli enormi movimenti di popoli che attraversano questi nostri anni. Sulle ragioni, dure, del partire, sulla decisione, sofferta, di attraversare deserti e mari, sul significato di parole come “terra” o “patria”, e sul senso di sradicamento e di smarrimento che lo spostarsi porta sempre con sé. A qualsiasi latitudine. |