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13-08-2007, Sclavis-Texier-Romano: "The Three on the tree"  

Berchidda, Demanio Forestale Monte Limbara Sud – Ore 11.00
Romano - Sclavis - Texier trio
“The Three on the tree”
Produzione originale

Parla francese il primo concerto serale di “E... venti!”, in programma domenica 12 alle 21.30 nell’arena di Piazza del Popolo: i protagonisti sono tre autentici alfieri del jazz transalpino, il clarinettista Louis Sclavis, il contrabbassista Henry Texier e il batterista Aldo Romano. Un trio nato quasi vent’anni fa per una tournée in Africa e che al Continente Nero ha legato anche i suoi passi successivi, compresi i tre dischi fin qui registrati. Dal primo, “Carnet de routes”, prende in prestito il titolo del concerto berchiddese dei tre musicisti francesi, che saranno impegnati anche il mattino dopo (lunedě 13), in acustico, nella produzione originale “The Three on the tree”: alle 11 nel verde dell’Arboreto mediterraneo della Foresta Demaniale Monte Limbara Sud, dove ha sede il museo d’arte ambientale “Semida”, progetto stabile del P.A.V., la branca di Time in Jazz consacrata alle arti visive.
La nascita di questo trio č legata all'iniziativa di Guy Maurette, creatore di “Jazz sous les manguiers” (diventato “la settimana del jazz a Brazzaville”), che nel 1990 decise di organizzare una tournée di musicisti francesi. Il grande fotografo Guy Le Querrec, che Maurette conosceva bene, gli suggerě allora di riunire questi tre straordinari musicisti, giŕ allora tra i piů attivi e stimati del jazz transalpino. Maturata l’idea, ecco presto il trio viaggiare, nell’arco di tre settimane, in sei diversi paesi dell’Africa centrale. Per conservare una memoria dell’esperienza e di questa formazione originale, Guy Le Querrec e i musicisti pensarono a un disco accompagnato da un libretto con una cinquantina di foto del viaggio. L’album, Carnet de routes, il primo di questo eccezionale trio, uscě nel 1995 raccogliendo un successo straordinario. Tre anni dopo, i quattro amici decisero di rinnovare l’esperienza, ma stavolta nell’Africa del sud e in quella orientale. Registrarono allora un secondo lavoro, Suite Africaine, anche stavolta con un bellissimo libretto di fotografie a fare da pendant. In questi ultimi anni, i concerti del trio in giro per il mondo hanno scritto altri paragrafi di questo “romanzo africano”. A poco a poco, l’idea di un terzo e ultimo capitolo discografico ha preso forma: testimone e coartefice del progetto fin dai suoi primi istanti, Guy Le Querrec č stato anche l’indispensabile “ponte” verso le culture e le tradizioni africane. I suoi tanti viaggi nel Continente Nero nell’arco di trent’anni avevano influito profondamente sull’esperienza africana del trio, rendendo totale l’immersione culturale. Il terzo capitolo discografico del progetto, African Flashback, č allora un viaggio nella memoria, l’omaggio di tre musicisti al loro amico e fedele testimone fotografico, ma anche un tributo di questo eccezionale trio al popolo che l’ha “partorito”.
Il trio coltiva insomma un vero e proprio “africanismo elettivo”, che, come ricorda Sclavis, č ben di piů “della pura imitazione di ciň che vedemmo, ascoltammo e scoprimmo sul posto. Partiti con la nostra musica, siamo tornati con la testa affollata di ritmi e di melodie che ci hanno dettato inconsapevolmente nuove composizioni”.