Giovedì 15 agosto, Berchidda, Chiesa di Santa Caterina - ore 18.00 Gara di canto a chitarra Franco Dessena e Daniele Giallara: cantadores Pietro Nieddu: sonadore produzione originale Time in Jazz, a cura di Fabio Calzia
L’elemento mancante del canto in Re
La competizione è la forma di spettacolo più appassionante. Senza dover scomodare lo sport come termine di paragone, possiamo dire che assistere a una sfida è una delle cose più avvincenti che possano capitare. Se oltretutto i termini della contesa riguardano le attitudini musicali, allora ci troviamo di fronte a uno spettacolo che coinvolgerà la nostra attenzione nei più profondi aspetti percettivi. Il canto a chitarra è una competizione musicale in cui due cantadores si affrontano in un lungo ciclo di forme che metteranno a dura prova tutte le loro abilità. Conterà la tecnica, il fiato, la potenza ma anche il genio dell’improvvisazione e la capacità di smuovere i sentimenti. Il chitarrista da canto suo mette in gioco la sua sensibilità arrangiando estemporaneamente un accompagnamento che aggiungerà grinta o delicatezza alla performance.
Il canto a chitarra è l’elogio di un modello inesistente, un elemento condiviso ma astratto, percepibile ma inafferrabile. Ogni gara è sempre diversa e nessuno è in grado di raccontare quale sia il fattore misterioso messo in gioco nel susseguirsi delle voci.
Franco Dessena è nato e vive a Orosei, paese ricco di tradizioni musicali. La sua famiglia ha sempre praticato con entusiasmo il canto a chitarra: il fratello Claudio è infatti un valente fisarmonicista. Franco calca i palcoscenici da ormai vent'anni e il suo stile è apprezzato per la grande carica emotiva.
Daniele Giallara, trentacinquenne, è giunto ora alla sua piena maturità stilistica. La sua sfida è raggiungere la sintesi tra precisione formale ed espressione del sentimento.
Pietro Nieddu è uno dei pochi suonatori ad arpeggio oggi in attività. Cresciuto in una famiglia in cui il canto è un bisogno primario, è giunto negli ultimi anni a un livello impareggiabile nel sostenere i cantadores nelle architetture musicali più complesse.
L’ascolto del canto in Re richiede impegno. I componimenti poetici sono tratti dalla grande poesia sarda degli inizi del secolo scorso, i versi sono conosciuti da tutti e finiscono in secondo piano. L’ascoltatore si concentra sullo sviluppo di un discorso musicale di crescente complessità il cui fine è raggiungere gli apici della vocalità e della malinconia dello stare al mondo.
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