Mercoledì 14 agosto, Mores, Chiesa di Santa Lucia – ore 11 Django Bates piano solo > "Autumn Fires (And Green Shots)"
Giovedì 15 agosto, Berchidda, Piazza del Popolo – ore 21.30 Django Bates' Belovèd
Time in Sassari Sabato 17 agosto, Cheremule, Museddu - ore 18 Django Bates piano solo > "Autumn Fires (And Green Shots)"
Domenica 18 agosto, Sassari, Piazza Tola - ore 21.30 Django Bates' Belovèd
Django Bates
Dall'Inghilterra arriva sulle scene di Time in Jazz il pianista e compositore Django Bates, un attesissimo ritorno a sedici anni dalla sua prima (e unica) apparizione a Berchidda (in quell'occasione alla testa del gruppo Human Chain), e dopo quattro anni di assenza dall'Italia. Classe 1960, Django Bates ha iniziato a suonare da autodidatta, attribuendo la varietà di influenze musicali presenti nella sua opera alla sua infanzia. Membro fondatore dei Loose Tubes, formazione influenzata dalla musica dei Blue Notes, e in particolare da Dudu Pukwana, ha sviluppato un approccio al jazz ritmicamente incalzante, pieno di fascino melodico, e allo stesso tempo giocoso. Ha inoltre accentuato il gioco in forma di spettacolo, con grande libertà inventiva. Django è stato una figura di primo piano nella rinascita del jazz europeo degli anni Ottanta, scrivendo musiche per la Dutch Metropole Orchestra, il Brodsky Quartet, Joanna MacGregor, Britten Sinfonia, Royal Shakespeare Company e la Duisburg Philharmonic e collaborando con il compositore e direttore afroamericano George Russell e con l’ex batterista degli Yes, Bill Bruford, che riconosceva in lui l’unico pianista jazz capace di adattarsi alla varietà dei suoi Earthworks. Tra le sue collaborazioni più importanti figurano anche quelle con Sidsel Endresen, Wynton Marsalis, Michael Brecker, Tim Berne e Ronnie Scott. Nel 1997 è stato premiato con il prestigioso Danish Jazzpar prize, chiamato anche "Premio Nobel del Jazz", e dal 2004 è stato il primo direttore artistico del biennale festival inglese Fuse Leeds 04. Mettendo insieme alcuni dei migliori talenti del Rhythmic Music Conservatory di Copenhagen, nel 2005 ha fondato l'orchestra jazz StoRMChaser, che si è esibita a livello internazionale in alcuni dei più importanti festival europei, incidendo nel 2008 l'album Spring is Here (Shall We Dance?), che ha ottenuto un buon successo di critica. Soprannominato dalla stampa italiana "il Monty Python del jazz", per via del sottile sense of humour che unisce alla sua grande tecnica musicale, Django Bates sarà protagonista di un piano solo sul sagrato della chiesetta di Santa Lucia a Mores che prende in prestito il titolo di un suo album del 1994, “Autumn fires (and green shots)”, la mattina del 14 agosto (alle 11), mentre la sera di Ferragosto sarà sul palco di Piazza del Popolo a Berchidda, prima della festa finale, con il Django Bates' Belovèd, il trio con cui frammenta, ricompone e ricontestualizza la musica di Charlie Parker, come nei suoi due album più recenti (pubblicati entrambi dalla Lost Marble Records), "Belovèd Bird" (del 2010), e "Belovèd: Confirmation" uscito lo scorso settembre. Ad affiancarlo il contrabbassista svedese Petter Eldh e il batterista danese Peter Bruun, talentuosi musicisti cresciuti in seno al prestigioso Rhythmic Music Conservatory di Copenhagen, dove lo stesso Bates ha insegnato tra il 2005 e il 2011. Dopo Time in Jazz, doppio impegno per il pianista e compositore inglese anche a Time in Sassari: sabato 17 a Cheremule, nell'area archeologica di Museddu, con il piano solo “Autumn fires (and green shots)”, e domenica 18 a Sassari, in Piazza Tola, con il trio Belovèd.
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