domenica 12 agosto, Berchidda, Piazza del Popolo – ore 21.30
Bill Frisell "All We Are Saying..." Il talento del chitarrista americano rende omaggio alla musica di John Lennon
Riverito da pubblico e critica non meno che dai suoi colleghi, Bill Frisell č uno di quei musicisti che si riconoscono immediatamente all’ascolto per lo stile e il timbro inconfondibile del suo strumento. Chitarrista poliedrico e dall’inesauribile vena creativa, nel giro di tredici mesi, dopo il suo passaggio all’etichetta Savoy nel 2010, ha sfornato la bellezza di tre album: l’ultimo, All we are saying..., uscito meno di un anno fa, a settembre, offre la materia prima al concerto che lo attende sabato 12 a Berchidda sul palco centrale di Time in Jazz, in piazza del Popolo, alla testa di un quartetto con Greg Leisz alla steel guitar e al mandolino, Tony Scherr al basso e Kenny Wollesen alla batteria (col quale lo ritroveremo anche in un inconsueto duo, l’indomani mattina alle 11, a Telti). Tutti musicisti giŕ coinvolti nella registrazione del disco che fin dal titolo, All we are saying..., preso in prestito dal ritornello di una delle piů famose canzoni di John Lennon (Give Peace a Chance), si presenta come un tributo all’indimenticabile ex Beatles scomparso nel 1980. Ed č un omaggio assai ben riuscito quello offerto dal chitarrista di Baltimora che firma qui una personale rilettura di brani memorabili come Across the Universe, Strawberry Fields Forever, Nowhere Man, Revolution, Come Together, Imagine. In questo lavoro, probabilmente il piů vicino al rock della sua vasta produzione, Frisell si avvicina a queste autentiche icone della musica con rispetto e fedeltŕ alle loro strutture di base, ma interpretandole come solo un grande sperimentatore e improvvisatore puň fare, mescolando in giuste dosi rock, country, jazz e blues secondo una ricetta di cui č un raffinato e originale interprete. Nel corso di una carriera ultratrentennale, copiosamente costellata di dischi, Bill Frisell ha attraversato generi e stili lavorando con i musicisti piů diversi – Paul Motian, John Zorn, Jan Garbarek, Marc Johnson, Julius Hemphill, Paul Bley, John Scofield, Wayne Horvitz, Gavin Bryars, Suzanne Vega, Vinicius Cantuaria, Marianne Faithful, Elvis Costello, David Sylvian... - affermandosi come uno dei piů ricercati chitarristi della scena musicale contemporanea e tra i massimi specialisti dello strumento a corde nel campo del jazz. Nato a Baltimora nel 1951, firma i suoi primi tre dischi da leader per la ECM, dopo aver partecipato per la stessa etichetta alle registrazionidi alcuni album di Eberhard Weber, Jan Garbarek, Paul Motian e Arild Andersen. In Line, il suo esordio su vinile del 1983, propone una serie di solo alla chitarra (elettrica e acustica) e di duetti con il contrabbassista norvegese Arild Andersen (altro grande protagonista di Time in Jazz, quest’anno a Berchidda), mentre Lookout for Hope (1987), resta per la critica uno dei piů importanti lavori nella sua vasta produzione. Before We Were Born segna nel 1989 l’approdo di Frisell alla Nonesuch records e inaugura un fecondo e ultraventennale legame con la label americana testimoniato da ben ventun dischi. Il diciassettesimo, Unspeakable, gli vale nel 2005 il Grammy Award per il miglior album di jazz contemporaneo. Il nuovo capitolo con l’etichetta Savoy si apre due anni fa con Beautiful Dreamers dove ritroviamo il chitarrista in trio fra brani originali e interpretazioni di classici come Tea for Two e Keep on the Sunnyside. Altri suoni e atmosfere con il successivo album, Sign of life: qui Frisell prosegue con il suo Quartetto 858 – chitarra elettrica, viola, violino e violoncello - l’esplorazione delle dinamiche della musica da camera, tra composizione e improvvisazione, giŕ sperimentate sei anni prima in Richter 858. Poi, dopo Lágrimas Mexicanas, firmato a quattro mani con il cantautore brasiliano Vinicius Cantuária, ecco l’anno scorso il progetto "All We Are Saying"...che sabato 12 tiene banco a Berchidda. |