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13-08-2011, Chano Dominguez  

 

Sabato 13 agosto
Berchidda, Piazza del Popolo – ore 21.30
Chano Domínguez cuarteto flamenco “Piano Ibérico”

Domenica 14 agosto
Tula, Parco eolico “Sa turrina manna” – ore 11.00
Chano Domínguez piano solo

Tra flamenco e jazz il “Piano Ibérico” di  Chano Domínguez

Sabato 13 doppio set all'insegna del pianoforte sul palco centrale di piazza del Popolo. Apre (ore 21:30) il “cuarteto flamenco” di Chano Domínguez con Blas Córdoba "El Kejío" (voce, palmas), Daniel Navarro (taconeo, palmas) e Israel Suárez "Pirańa" (percussioni). Ma ci sarŕ modo di apprezzare il pianista andaluso (di Cadice) anche nel concerto solistico che lo attende l'indomani mattina (domenica 14, alle 11) al Parco eolico “Sa turrina manna” di Tula.
Classe 1960, Chano Domínguez ha iniziato a suonare la chitarra da autodidatta a otto anni, imparando dai dischi di suo padre, grande appassionato di flamenco. A dodici entra in contatto con la tastiera dell'organo a canne della sua parrocchia, dove cantava nel coro, e piů tardi inizia a suonare il piano in diversi gruppi di musica popolare e commerciale. Col gruppo CAI inizia a comporre e incide tre dischi, diventando uno dei maggiori esponenti del rock andaluso. La band si scioglie nel 1981 e Chano si avvicina sempre di piů al jazz.
Col suo nuovo gruppo Hiscádix vince la Mostra Internazionale per giovani interpreti nel 1986. Nel 1988 va in tour in Germania, nel 1989 in Belgio e nel 1990 č finalista del Concorso Internazionale di piano “Martial Solal” a Parigi: Chano Domínguez č giŕ un musicista riconosciuto.
Nel 1992 forma un trio con cui comincia a fondere i ritmi del flamenco col jazz. Vince il Primo Premio alla Muestra Nacional de jazz para Jóvenes Intérpretes di Ibiza e pubblica il suo primo album, seguito nel 1994 da “10 de Paco”, ispirato a composizioni di Paco de Lucía, e nel 1996 da “Hecho a mano”. Chano Domínguez č ormai un artista di riferimento sulla scena del jazz spagnolo. Nel 1997 incide l'album  “Coplas de madrugá”, compone la colonna sonora del film “Siempre hay un camino a la derecha”, si esibisce al Midem di Miami, dove tiene un concerto in duo con Michel Camilo e, alla fine dell'anno, lancia “En directo”, registrato dal vivo, che la rivista “Cuadernos de Jazz” premierŕ come miglior album di jazz: un successo bissato l'anno dopo con il disco “Imán”.
Nel 2000 Chano Domínguez č l'unico spagnolo nel film “Calle 54” di Fernando Trueba,  nominato ai Grammy per la colonna sonora, e si esibisce a L'Avana insieme a Chucho Valdés e Herbie Hancock. Dopo un tour negli Stati Uniti, nel 2002 lancia il suo nuovo album “Oye como viene”, nominato ai Grammy nella categoria “Jazz Latino”. Nel 2003 č invitato da Wynton Marsalis a esibirsi in vari concerti al Lincoln Center di New York, dove presenta la sua opera “De Cai a New Orleans” insieme alla Lincoln Center Jazz Orchestra. Lo stesso anno va in tour con Wynton Marsalis in Spagna e pubblica l'abum “Con alma”.
Nel 2004 registra l'album “Acoplados”, va in tour in Sud America e arrangia  temi popolari raccolti da García Lorca per lo spettacolo “El café de las chinitas”, del Ballet Nacional de Espańa. Nel 2005 esce “Acércate más”, l'anno dopo registra “New Flamenco Sound”, una combinazione unica di jazz e flamenco con NFS, una formazione di oltre dieci musicisti spagnoli, mentre esce alla fine del 2007 “Paquito D’Rivera & Chano Domínguez Quartier Latin”, registrato dal vivo al Teatro Real di Madrid. Nel 2008, torna ad esibirsi con Wynton Marsalis al Lincoln Center, si presenta al Festival Jazz di San Francisco e prosegue con i suoi concerti per tutto il mondo.
Lo scorso novembre ha pubblicato il suo nuovo album, Piano Ibérico, dove raccoglie l'essenza dell'opera di quattro grandi compositori spagnoli del passato, Isaac Albéniz, Manuel de Falla, Enrique Granados e Frederic Mompou, per rigenerarla, bagnarla col flamenco, l'improvvisazione jazz e convertirla in qualcosa di nuovo.

Piano Ibérico

“Grazie a Isaac Albéniz, Manuel de Falla, Enrique Granados, Federico Mompou. Loro sono gli ispiratori di questo lavoro e, per me, i primi pianisti flamenco, perché hanno saputo cogliere l'anima della musica popolare e imprimerle tutta la conoscenza di cui disponevano”. Con queste parole di gratitudine Chano Doměnguez presenta il suo nuovo album, “Piano Ibérico”, pubblicato il 23 novembre 2010.
Sono parole che, a loro volta, definiscono anche lo stesso Chano Dominguez, la cui musica, basata sull'unione dell'anima popolare e colta, ha collocato il pianista andaluso fra gli artisti chiave dell'attuale scena spagnola per quanto riguarda stili, mode e tendenze. Da qualche anno, Chano Dominguez č uno dei musicisti spagnoli di maggior rilievo internazionale e i suoi album, le sue tournée mondiali e le sue collaborazioni con grandi del jazz e del flamenco, gli sono valsi riconoscimenti unanimi.
Nel suo nuovo lavoro Chano Domínguez raccoglie l'essenza dell'opera di Albéniz, Mompou, Granados  e de Falla per rigenerarla, bagnarla col flamenco, l'improvvisazione jazz e convertirla in qualcosa di nuovo, con gli apporti del suo piano e di musicisti come  Blas Córdoba “El Kejío” (voce, “palmas”), Tomás Moreno “Tomasito” (“taconeo” e “palmas”) e Israel Suárez “Pirańa” (percussioni).
Il repertorio di “Piano Ibérico” comprende brani originali di Dominguuez accanto a riletture di pagine di Mompou, Granados, de Falla.
Il pianista vara questo nuovo progetto al suo rientro dal Messico, dove ha tenuto vari concerti con  Wynton Marsalis e Paquito D’Rivera. “La mia carriera č stata abbastanza eclettica e le mie proposte sono andate mutando nel tempo...'Piano Ibérico' č un disco che lega le opere di questi grandi classici con il flamenco, con un piano aperto e spagnolo, con improvvisazione e creativitŕ”.
L'avvicinamento piů innovativo forse si realizza nei confronti dell'opera di Federico Mompou (1893-1987), dal quale Chano Domínguez trae ispirazione nei quaderni di Música callada (il primo composto nel 1959), vero esempio di piano minimalista, con il silenzio come parte della musica, e che il pianista č capace di trasformare in tango flamenco con una finezza e un'eleganza incomparabili,  con l'aiuto della voce  tagliente di Blas Córdoba. “Il nazionalismo di Mompou č impregnato di musica castigliana e aragonese, che a sua volta si lega con l'andaluso... Sono un musicista della strada e la prima volta che ho sentito 'Música callada' mi  ha impressionato, fu una scoperta. Mi ispiro al suo modo di avvicinarsi alla musica popolare, mischiandolo con le influenze della mia terra. Inoltre, il quaderno nş5 di 'Música Callada' mi ricorda la mia infanzia, quando lo ascoltavo su Radio Nacional prima di sapere che era di Mompou”.
Di Enrique Granados (1867-1916), Chano Domínguez ricrea la “Andaluza nş5”, chiamata anche “Playera”, una delle dodici “Danzas Espańolas”, forse la piů conosciuta a livello internazionale, e “Danza de los ojos verdes”, opera postuma composta per essere eseguita a New York dalla ballerina Antonia Mercé “La Argentina”. “E' uno dei grandi classici, nutrito dalla fonte popolare, e quando ascoltiamo la sua opera ci accorgiamo che č parte della nostra memoria. Č stato un incontro che mi ha molto arricchito e la 'Danza de los ojos verdes,' composta per la danza, la interpreto fedelmente, aggiungendo l'improvvisazione. Anche l''Andaluza nş5' č una melodia che fa parte di me fin da piccolo”.
Di Manuel de Falla (1876-1946) arrivano le ben note “Danza del amor brujo” e “Canción del fuego fatuo”, mille volte suonate in varie versioni, che tuttavia nel piano di Chano Domínguez assumono una sfumatura diversa, insaporito dalle improvvisazioni, con un'anima flamenca lontana dall'eccessivo virtuosismo, interrompendosi al momento giusto. “E' la prima volta che suono la sua musica e adattarlo č stato relativamente facile... č un compositore molto diretto e usare le sue melodie, aggiungere improvvisazioni e creare qualcosa di diverso č stata un'esperienza che mi ha molto arricchito”.
Per Chano Domínguez, accostarsi a Isaac Albéniz (1860-1909) “era un compito non risolto, finché non me lo ha proposto Carlos Saura per il suo film 'Iberia'. Ho curato l'arrangiamento di 'El puerto' , ed č stato il filo conduttore che mi ha portato a 'Piano Ibérico'. Suonare Albéniz č stata una grande sfida”. “El puerto” č un' opera di Isaac Albéniz inclusa nel “Cuaderno 1” di “Iberia”, un “zapateado” ispirato al porto di Cadice.
Insieme alle opere di questi quattro compositori, Chano Domínguez propone in “Piano Ibérico” tre composizioni sue, tra cui “Mantrería”, un tema indiavolato che apre il disco, mix vertiginoso di ritmi  (5/4, 6/8) con arie flamenco in cui il pianista improvvisa in libertŕ per concludere con atmosfere latin jazz.  “Due sono 'bulerías' e il terzo č una canzone d'addio; per alcune mi ha ispirato uno stile melodico molto flamenco, per altre uno stile piů jazzistico, come 'Cuando te veo pasar'. 'Canción triste' č un assolo di piano, molto spagnolo: č la conclusione e una sorta di riassunto dell'album”.