Marco Baliani e Paolo Fresu, parole e musica
per raccontare “Kohlhaas”, il mercante di cavalli
Uno dei protagonisti del teatro narrativo italiano, Marco Baliani, nella riproposizione di uno spettacolo tra i piů riusciti e noti del suo repertorio, “Kohlhaas”, monologo tratto da un racconto di Heinrich von Kleist. Ad accompagnare l'attore e regista piemontese, quattro anni dopo la precedente apparizione a Time in Jazz, sarŕ ancora Paolo Fresu, che ha conosciuto e inaugurato il suo rapporto artistico con Baliani nel 2006 in occasione del progetto “Mapenzi Tamu / L’amore buono”, assieme ai ragazzi di strada di Nairobi e in collaborazione con l’Amref.
L'appuntamento č per mercoledě 10 alle 21 all'ippodromo di Chilivani, sfondo ideale per rileggere con parole e musica “Michael Kohlhaas”, il testo dello scrittore romantico tedesco datato 1810. Si tratta infatti del racconto di una storia realmente accaduta, nella Germania del Cinquecento, di un mercante di cavalli, appunto, vittima della corruzione dominante nella giustizia statale. La spirale di violenza generata dal sopruso subito da Kohlhaas offre a Baliani lo spunto per una riflessione sulla giustizia e sulle conseguenze morali che puň comportare la reazione dell’individuo all’ingiustizia. Baliani, attraverso la sua mimica, la sua gestualitŕ, riesce a coinvolgere anche lo spettatore piů distratto, facendogli immaginare i cavalli del protagonista, le sue paure, la sua sete, la sua vana attesa di giustizia e la decisione finale di scegliere il cappio di una forca. Ma a rendere piů realistico il racconto, a Chilivani, contribuirŕ non solo l’originale location dello spettacolo, ma anche e soprattutto le presenza di un gruppo di cavalli e cavalieri che entreranno in scena per sottolineare con esercizi e coreografie ideate ad hoc i passi piů salienti e coinvolgenti della storia. Protagonisti in sella i cavalieri del Centro Ozierese di equitazione che opera nelle strutture annesse all’ippodromo.
Scritto nel 1990 con Remo Rostagni, “Kohlhaas” č ormai un cult della produzione teatrale narrativa italiana; lo straordinario successo di pubblico e critica ottenuto da questo lavoro sin dalla sua comparsa ha dato un impulso decisivo alla diffusione di un genere ora assai familiare al grande pubblico, il teatro di narrazione, grazie anche alla popolaritŕ di altri autori-attori come Marco Paolini, Lella Costa e Ascanio Celestini.
Nato a Verbania nel 1950, Marco Baliani ha mosso i primi passi nel mondo del teatro con spettacoli per ragazzi con la compagnia “Ruotalibera”, da lui fondata nel 1975. In seguito, per un pubblico adulto, ha scritto, diretto o interpretato numerosi spettacoli. Tra i monologhi, oltre a “Kohlhaas”, ricordiamo “Tracce” (1996, dall'omonimo saggio di Ernst Bloch), “Corpo di stato” (1998, sull'omicidio Moro) e “Lo straniero” (2003, da Camus). Attivo anche nel cinema, ha lavorato con registi come Mario Martone (“Teatri di guerra”, 1996), Francesca Archibugi (“Domani”, 2000), Cristina Comencini (“Il piů bel giorno della mia vita”, 2001), Roberto Andň ("Viaggio segreto", 2006), Andrea Molaioli (“La ragazza del lago”, 2007). Nel 2004 ha pubblicato per Rizzoli il suo primo romanzo, “Nel regno di Acilia”. Dal 2002 ha avviato un progetto di volontariato artistico con Amref, “Acting from the street”, con venti ragazzi di strada di Nairobi e due spettacoli, “Pinocchio nero”, nel 2004, e “L’amore buono”, nel 2006.