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2b. Festival program (English)
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2. Il programma  


Festival Internazionale

TIME IN JAZZ
XXI edizione:
“Arkitekturae”
Berchidda (prov. Olbia-Tempio) e Comuni limitrofi
10>16 agosto 2008
con la direzione artistica di
Paolo Fresu

 

Tre grandi protagonisti del jazz contemporaneo: Steve Coleman, Uri Caine, Don Byron. La coinvolgente energia dei Funk Off. Mark Feldman in duo con Sylvie Courvoisier, Chris Speed con Jim Black. Gli archi di Ernst Reijseger, Giovanni Sollima, Larissa Groeneveld e del quartetto Alborada. Gavino Murgia fra jazz e musica etnica, le voci della tradizione sarda del Cuncordu e Tenore di Orosei e quelle d’autore di Ornella Vanoni e di Paola Turci. Ecco il cast del prossimo Time in Jazz, il festival fondato (nel 1988) e diretto da Paolo Fresu nella sua Berchidda (provincia di Olbia-Tempio), che dal 9 al 16 agosto celebrerŕ la sua edizione numero ventuno.

Saranno sette giorni fitti di appuntamenti, seguendo la formula ben collaudata che prevede musica (e non solo) dal mattino a notte fonda, in spazi deputati – come l’arena allestita nella piazza centrale di Berchidda, teatro dei concerti serali – ma anche in luoghi meno “canonici”: i boschi del Monte Limbara, le chiese campestri nei dintorni del paese e degli altri centri, fra Logudoro e Gallura, in cui il festival fa tappa - Olbia, Ozieri, Tempio Pausania, Oschiri, Monti, PattadaLuras -, persino treni, stazioni e una delle navi che collegano l’isola al “continente”, saranno ancora una volta le location a Time in Jazz. Che anche la prossima estate, all’indomani della settimana berchiddese, vivrŕ un prolungamento a Sassari: forte del riuscito debutto dell’anno scorso, il 17 e il 18 agosto torna infatti la rassegna Time in Sassari.

La musica - il jazz, ma non senza sconfinamenti in altri territori musicali - fa naturalmente la parte del leone a Time in Jazz. Ma anche il cinema, con una rassegna di film e documentari scelti dal regista Gianfranco Cabiddu, e le arti visive, con mostre, eventi espositivi, performance e progetti site specific allestiti in luoghi e spazi differenti di Berchidda, sono parte integrante di questo festival votato da sempre ad esplorare la molteplicitŕ dei linguaggi dell’espressione e i loro possibili incroci e “contaminazioni”.

 

  • Arkitekturae”

Ogni edizione ruota intorno a un tema differente, un leitmotiv che attraversa e caratterizza programmaticamente il cartellone. Nel corso degli anni, Time in Jazz ha cosě viaggiato attraverso il nuovo tempo del jazz e le prove d’autore, ha forzato i confini per spingersi nei territori delle sonoritŕ etniche e di quelle digitali, ha sperimentato relazioni e consonanze fra musica e parola, musica e poesia, musica e immagine, musica e gioco, musica ed enogastronomia. La ventunesima edizione promette una nuova tappa di questo viaggio fra le galassie espressive: e il titolo “Arkitekturae” suggerisce quali saranno stavolta gli spunti tematici del festival.

Musica e architettura, l’arte del tempo e quella dello spazio, arti distinte ma affini, a partire dalla loro essenza numerica, matematica, e che non a caso condividono concetti come ritmo, armonia, grandezza, proporzione, intensitŕ, struttura, composizione, oltre alle interconnessioni - spesso strettissime - nello sviluppo dei rispettivi percorsi storici. “Musica e architettura” era anche il titolo di un laboratorio di architettura che si č tenuto quattro estati fa a Berchidda (per iniziativa del Comune, del Dipartimento di Architettura della Facoltŕ di Ingegneria dell’Universitŕ di Cagliari, del Formez e della Camera di Commercio di Sassari). Il tema era l’organizzazione dello spazio urbano, delle modalitŕ con le quali si confrontano e interagiscono il festival e la sua musica con il paese, la sua vita, le sue strade, le piazze e i suoi paesaggi aperti. Ed č anche su questi elementi che Time in Jazz svilupperŕ la sua edizione numero ventuno, mettendo in relazione le architetture dei luoghi con quelle sonore, ritmiche, armoniche, contrappuntistiche dei suoi tanti appuntamenti musicali.



  • AL VIA IL 9 AGOSTO

Si comincia sabato 9 con un appuntamento inaugurale ormai consueto: la “concertazione navale” a bordo del traghetto della Corsica Sardinia Ferries in viaggio dal porto di Civitavecchia (partenza ore 15:30) a quello sardo di Golfo Aranci (arrivo ore 21:45). Ad accompagnare stavolta la traversata con la loro musica saranno i Funk Off, la scatenatissima marchin’ band italiana che rilegge la tradizione di New Orleans e delle bande nostrane attraverso la lezione di George Clinton, Maceo Parker, James Brown ma anche di Frank Zappa e delle nuove tendenze hip-hop e jungle. Ospite d'eccezione, Paolo Fresu. E sarŕ un ulteriore motivo di interesse e di curiositŕ vedere il trombettista sardo misurarsi con tutta l'energia del funk, del soul, del jazz e del R&B dei quindici musicisti capeggiati dal sax baritono di Dario Cecchini.

Il giorno dopo il loro sbarco in Sardegna, i Funk Off aprono a Monti (a una decina di chilometri da Berchidda) la lunga serie di impegni che li attende “in terra ferma”: domenica 10, alle 18, nella Cantina sociale del Vermentino. Dario Cecchini e soci saranno di casa in questa edizione di Time in Jazz: li ritroveremo tutti i giorni (intorno alle 19:45) nelle strade del paese, impegnati nelle parate musicali che precedono i concerti serali; e poi appunto sul palco di Piazza del Popolo per la festa finale che la sera di Ferragosto, con l’immancabile prologo di fuochi artificiali, accompagnerŕ il festival verso l’epilogo. A precederli in scaletta, il quartetto d’archi Alborada, ovvero Anton Berovski e Sonia Peana ai violini, Nico Ciricugno alla viola e Piero Salvatori al violoncello, impegnati a suonare sul tetto di uno degli edifici che si affacciano sulla piazza. Da qui il titolo della loro performance, “Arch’intetto”, giocosa allusione allo strumentario dell’ensemble e all’insolito “teatro” che lo ospita.

Sfogliando all’indietro il calendario, ritroviamo l’Alborada al centro del doppio concerto (alle 21:30 e alle 22:30) che completa la prima giornata di Time in Jazz, quella di domenica 10 agosto: a Olbia, nella Basilica di San Simplicio, il quartetto d’archi presenta “Ethos”, titolo (e repertorio) del suo recente disco in cui fonde, come scrive Paolo Fresu nelle sue note di copertina, “il misticismo di Arvo Pärt con il minimale di Michael Nyman, la latinitŕ di Villa Lobos e di Federico Mompou con le geometrie di Karl Jenkins”, passando attraverso le composizioni originali scritte dagli stessi componenti del gruppo.

Gli strumenti ad arco saranno un refrain di questa edizione di Time in Jazz. Oltre all’Alborada, tre violoncellisti caratterizzano questo filone ideale del festival. L’olandese Ernst Reijseger, uno tra i piů originali esponenti della musica di improvvisazione europea, in concerto all’alba di lunedě 11 (ore 5:45) sulle pendici del Monte Limbara. Dal paese dei tulipani arriva anche Larissa Groeneveld, di scena la mattina dopo (martedě 12, ore 11), nella chiesetta di Santa Caterina, nelle campagne di Berchidda. Giovedě 14 (ore 11), infine, nella vicina chiesetta di San Michele, č il turno di un virtuoso dello strumento che ama spingersi oltre le frontiere fra le musiche: Giovanni Sollima. Summa perfetta del trittico, l’esibizione che vedrŕ riuniti Ernst Reijseger, Larissa Groeneveld e Giovanni Sollima in apertura della serata del 12 agosto (ore 21:30), per il primo dei concerti in programma sul palco “centrale” del festival, in Piazza del Popolo, a Berchidda.

 

  • I CONCERTI SERALI IN PIAZZA DEL POPOLO

Altri suoni e atmosfere sono attesi sotto gli stessi riflettori. A partire dal set successivo (ore 23 circa): al centro della scena uno dei musicisti piů innovativi del jazz degli ultimi vent’anni, il sassofonista americano Steve Coleman con i suoi Five Elements: Jonathan Finlayson alla tromba, Tim Albright al trombone, la cantante Jen Shyu, Thomas Morgan al basso e Marcus Gilmore alla batteria.

Un altro grande protagonista della scena jazzistica contemporanea, Uri Caine, č il mattatore di entrambi gli atti in programma nella serata di mercoledě 13. Nel primo (ore 21:30), lo troveremo al pianoforte accanto alla tromba e al flicorno di Paolo Fresu per rinnovare un incontro nato proprio al festival di Berchidda nel 2002 e poi maturato negli anni seguenti attraverso tanti concerti (e fissato sul disco “Things” nel 2006). Pianista e compositore eclettico, Uri Caine ama valicare i confini fra i generi e gli stili, spaziando con disinvoltura dal jazz d’avanguardia alle atmosfere elettriche, alla musica classica: sono famose le sue visionarie riletture di Bach, Schumann, Mahler, Wagner, Verdi, Mozart. Ed č proprio la sua riuscita reinterpretazione delle “Variazioni Goldberg” bachiane (consegnata anche alle tracce di un album nel 2000) quella che proporrŕ nel secondo atto della serata (intorno alle 23) alla testa del suo ensemble con Barbara Walker (voce), Joyce Hammann (violino), Drew Gress (contrabbasso), John Swana (tromba), Chris Speed (clarinetto), Jim Black (batteria) e DJ Olive (consolle dj).

Ancora un duo e ancora uno strumento ad arco, il violino dell’americano Mark Feldman accanto al pianoforte della svizzera (ma da una decina d’anni vive a New York) Sylvie Courvoisier, protagonisti del primo concerto serale del 14 agosto (ore 21:30). Attivo dal 1997, il sodalizio propone proprie composizioni accanto a musiche di John Zorn (come nel disco “Malphas“, registrato due anni fa).

La materia che si fa suono; la stratificazione sonora e litica; la forma; il vuoto e il pieno, l’interno e l’esterno. Parte da questi elementi primordiali “Megalitico”, coproduzione originale di Time in Jazz e del Locus Festival di Locorotondo, in Puglia (in provincia di Bari), commissionata a Gavino Murgia, uno dei nomi di spicco della scena jazzistica e “di confine” sarda. Per dare forma al suo progetto – in programma nella seconda parte della serata del 14 (ore 23) - il polistrumentista nuorese (suona i sassofoni ma anche strumenti della tradizione sarda) ha convocato intorno a sé un organico in cui si riconoscono volti noti del jazz transalpino, come Michel Godard (tuba e serpentone) e Frank Tortiller (vibrafono e marimba), e di quello nostrano, come Luciano Biondini (fisarmonica) e Pietro Iodice (batteria). Con loro anche il videomaker, tecnoartista e mediattivista campano Giacomo Verde e gli scatti del fotografo Donato Tore. Jazz e suoni mediterranei, per un excursus in musica e immagini fra Sardegna e Puglia.

L’ultima serata in Piazza del Popolo, quella del 15 agosto, č come sempre double-face a Time in Jazz. Prima che sul palco dilaghino i Funk Off per la festa finale, la scena sarŕ tutta per un altro alfiere del jazz contemporaneo che ha nell’eclettismo una delle sue prerogative: Don Byron. Nel corso della sua carriera, il clarinettista, sassofonista e compositore americano si č messo in luce interpretando la musica di un variegato ventaglio di artisti: da Duke Ellington a Igor Strawinsky, da Lester Young a Henry Mancini a Sly Stone, fra gli altri. Nel 2006 ha lanciato un nuovo progetto in cui rilegge la musica di un’autentica leggenda del soul, il sassofonista e cantante Junior Walker. Consegnato alle tracce del disco omonimo, Do the boomerang a Berchidda vedrŕ accanto alle ance di Don Byron (sax tenore e clarinetto), David Gilmore alla chitarra, George Colligan all'organo Hammond, Brad Jones al basso, Rudy Royston alla batteria e il cantante Dean Bowman.

 

  • GLI ALTRI CONCERTI

Come di consueto, ritroveremo alcuni dei protagonisti delle serate in piazza del Popolo anche al centro dei tanti concerti in programma nelle mattinate e nei pomeriggi nelle diverse location del festival. Ecco allora Steve Coleman in versione acustica e con un organico ridotto del suo gruppo (il trombettista Jonathan Finlayson e il trombonista Tim Albright con Thomas Morgan al contrabbasso), di scena nella chiesa di Madonna di Castro, nei pressi di Oschiri, l’11 agosto alle 18. Ecco poi Chris Speed (clarinetto) e Jim Black (batteria) “in prestito” dall’ensemble di Uri Caine per un gustoso duo nella chiesa di San Lorenzo, a Tempio Pausania, il pomeriggio successivo (il 12 agosto alle 18). E ancora Gavino Murgia impegnato in un altro progetto ad hoc nella chiesa di San Giovanni, a Pattada, il 15 (sempre alle 18): duetterŕ a turno con il percussionista Francesco Sotgiu e con lo scrittore Gavino Ledda (l’autore di romanzi come “Padre padrone” e “Lingua di falce”) che porterŕ in dote all’evento (e leggerŕ) una scelta di propri testi.

Ad arricchire poi il quadro dei tanti volti di Uri Caine, due appuntamenti differenti con il pianista: la sera dell’11 agosto, un doppio concerto in solo nella Basilica di Sant’Antioco di Bisarcio, nelle campagne di Ozieri (alle 21 e alle 22); e il pomeriggio del 14 (ore 18), nella chiesa di San Nicola di Carana, a Luras, in duo con Don Byron, con cui condivide lo studio dei repertori classici della musica ebraica.

Altri appuntamenti avranno nel frattempo scandito il festival. Nella prima giornata (domenica 10), alle 11, la distilleria Lucrezio R (appena fuori Berchidda) offre nei suoi giardini una mattinata di musica e degustazioni per presentare la sua nuova creazione, la Grappa in Jazz. Si tratta di un Filuferru barrique, una grappa esclusiva che nel nome, e nell’etichetta, rende omaggio a Paolo Fresu e al suo festival. Il trombettista ha scritto un pezzo ispirato allo “spirito” del distillato, e le prime note della sua partitura compaiono proprio sull'etichetta della bottiglia. Nel corso dell'incontro di domenica, affidato alla conduzione del giornalista Pasquale Porcu, Paolo Fresu racconterŕ la genesi del brano per poi proporne l'esecuzione dal vivo. Ancora musica nel prosieguo, con un concerto del Kilěm Trio, formazione sotto la cui insegna si riconoscono tre volti ben noti nel panorama musicale sardo: il chitarrista Massimo Ferra, il contrabbassista Massimo Tore e il percussionista Roberto Pellegrini.

Aperta invece dalla performance solitaria di Ernst Reijseger all'alba, la mattinata dell’11 prosegue con un altro evento ormai abituale di Time in Jazz: quello che va in scena fra treni e stazioni, quest’anno ha per protagonisti la cantautrice Paola Turci e il “danz’autore” Giorgio Rossi. I due hanno inaugurato il loro sodalizio artistico firmando “Cielo”, un “concerto danzato” costruito intorno a un gioco di rimandi e richiami tra la voce profonda e levigata dell’una e la danza aerea dell’altro. In coincidenza con l’arrivo del treno che parte da Berchidda alle 10.17 sulle note della Banda Musicale “Bernardo De Muro” e di altri ospiti ancora da definire, Paola Turci e Giorgio Rossi si esibiranno nella stazione ferroviaria di Olbia alle 10:51, per proseguire poi, alle 12:30, nell’aeroporto della cittŕ gallurese.

Ancora una voce, quella di un’autentica icona della canzone italiana, al centro del concerto con cui Time in Jazz, da quattro edizioni a questa parte, rende omaggio a Fabrizio De André: all’Agnata, la localitŕ vicina a Tempio Pausania che il cantautore genovese scelse come “buen retiro”, il pomeriggio del 13 agosto (ore 18) č di scena Ornella Vanoni. Ad accompagnare la cantante milanese, che lo scorso autunno ha firmato il suo album numero cinquantatré (“Una bellissima ragazza”), il pianoforte di Paolo Jannacci e il chitarrista Michele Ascolese. “Una goccia di splendore” il titolo scelto per l’appuntamento: titolo preso in prestito dalla recente “autobiografia per parole e immagini” di De André, a cura di Guido Harari.

Altre voci, quelle della tradizione sarda del Cuncordu e Tenore di Orosei (Piero Pala, Massimo Roych, Gianluca Frau, Mario Siotto e Patrizio Mura) e del senegalese Mola Sylla, insieme al violoncello di Ernst Reijseger, hanno firmato la colonna sonora di due film di Werner Herzog: “The White Diamond” e “The Wild Blue Yonder”. Musiche e sequenze tratte dalle due pellicole, sono gli ingredienti di un cine-concerto, Requiem for a dying planet: un suo estratto, senza immagini, sarŕ al centro dell’esibizione in programma la mattina del 13 (ore 11) fra gli alberi e la macchia mediterranea del Demanio Forestale Monte Limbara Sud, sopra Berchidda.

Per tradizione, la mattina di Ferragosto, al Museo del Vino di Berchidda (ore 11), č dedicata alla presentazione di una novitŕ recente nel panorama discografico sardo. Quest’anno sono due: il doppio antologico tratto dalle registrazioni di venti edizioni di Time in Jazz e il cd Aghera, debutto dell’omonimo quartetto isolano (pubblicato lo scorso novembre dall’etichetta Tajrŕ), di cui Emanuele Contis (sax), Andrea Granitzio (pianoforte), Pierluigi Manca (contrabbasso) e Andrea Ruggeri (batteria e percussioni) proporranno al termine un estratto dal vivo. Spazio anche alla presentazione di un saggio dedicato al Cuncordu e Tenore di Orosei, frutto di una ricerca sul campo di Luca Devito (pubblicato da Stampa Alternativa/Nuovi Equilibri).

Mentre resta da definire il calendario del jazz club, altro momento immancabile del festival, sono due gli eventi in programma per l’ultima giornata, quella del 16 agosto. Spenti i riflettori sul palco centrale di Piazza del Popolo, in mattinata (ore 11), nei giardini della Casa di Riposo “Maria Bambina” di Berchidda, le attenzioni sono tutte per la Banda Musicale “Bernardo De Muro”: la formazione, diretta da Antonio Meloni, per l’occasione ospita Paolo Fresu che proprio nei suoi ranghi mosse i primi passi del suo cammino artistico.

Poi, nel tardo pomeriggio (ore 18) si rinnova il commiato dal festival giŕ collaudato lo scorso anno, sui pendii del Monte Acuto. Ad accompagnare stavolta l’ultimo tramonto del ventunesimo Time in Jazz, saranno il violino di Mark Feldman e il pianoforte di Sylvie Courvoisier, alle prese con un programma dedicato al grande compositore (e architetto) Iannis Xenakis.



  • IL PROGETTO ARTI VISIVE

Accanto ai tanti concerti, il festival diretto da Paolo Fresu apre la consueta finestra sull’arte contemporanea nazionale ed internazionale: performance, mostre ed eventi espositivi in luoghi e spazi differenti (spazi deputati o recuperati e prestati all’arte) raccolti sotto il marchio PAV, il Progetto Arti Visive curato da Giannella Demuro e Antonello Fresu, che quest’anno giunge al dodicesimo appuntamento.

Per questa edizione il tema del festival č quello dell’architettura e su di esso si incentra e si articola anche la rassegna del PAV: una visione contemporanea e trasversale dell’architettura, che spazia dalla sperimentazione visiva alla progettazione architettonica, dall’intervento ambientale alla performance; che accoglie opere e artisti e la loro visione del mondo, progetti di architetti che credono in una “pratica” alternativa dello spazio, interventi urbani e sul territorio di artisti di varie discipline pensati per un luogo – quello di Berchidda e del suo Festival – che al di lŕ della naturale fisionomia geografica, appare sempre piů come catalizzatore di un’insolita miscela di processi creativi.

I progetti espositivi riuniti sotto il titolo Arkitekturae, come scrive Laura Barreca nell’introduzione alla mostra Architecture Play, «reinterpretano l’architettura, e dunque lo spazio, come luogo altro da sé, come rappresentazione di regole geometriche, di virtualitŕ o attraverso una spiccata presenza fisica, luogo di partecipazione, documentazione di azioni fisiche, memoria dello spazio, spiritualitŕ. Progettare, costruire, modulare, ricreare, giocare con lo spazio e con le infinite possibilitŕ interpretative». Del resto, come scrivono Giannella Demuro e Ivo Serafino Fenu, curatori della mostra Lo spazio debole, «sempre piů, nell’ambito delle esperienze visuali del Contemporaneo, l’architettura, i suoi ambienti, le sue strutture, sono proposte come epifanie del disagio esistenziale del singolo e/o della societŕ. Sono luoghi fluidi e insidiosi, labirintici percorsi dell’essere, strutture complesse, policentriche e casuali, mai unidirezionali, viceversa imprevedibili. Ne consegue uno “spazio debole”, relativo, che confligge con la definizione classica dell’architettura come insieme di scienze e tecniche tese a strutturare e dare forma all’ambiente esperenziale dell’uomo».

Numerosi gli eventi espositivi in programma.

Due le rassegne dedicate alla sperimentazione contemporanea nazionale ed internazionale, entrambe allestite nei suggestivi spazi della vecchia Casara: Architecture Play, curata da Laura Barreca presenta interventi di natura installativa, fotografie, sculture, videoproiezioni e videoinstallazioni site-specific di Andrea Aquilanti, Sergia Avveduti, Andrea Dojmi, Flavio Favelli, Charlotte Ginsborg, Marco Giovani, Elastic Group, Lorenza Lucchi-Basili, Chiara Passa, Pietro Ruffo, Andrea Sala, Francesco Simeti, Sissi, Nico Vascellari, Marina Vergiani; anche la mostra Lo spazio debole, a cura di Giannella Demuro e Ivo Serafino Fenu, spazia tra fotografia, video e installazioni, con opere di Peter Belyi, Dafne Boggeri, Stefano Cagol, Robert Gschwantner, Clara Luiselli, Marcello Maloberti, Pietro Sedda, Nero Project, Pastorello, Danilo Sini, Gabriele Talarico.

La consueta rassegna dedicata ai video d’artista č curata, quest’anno, da Mario Gorni e Gabi Scardi in collaborazione con Careof. Intitolata Poeticamente abitare, allestita alla Casara, presenta opere di Keren Amiran, Dario Bellini, Lorenzo Casali, Graw e Boekler e Luca Pancrazzi.

Alla Casara, anche la videoinstallazione Mustica Tower, di Nino Mustica e Broadcast yourself, una selezione parziale e arbitraria di video scaricati da internet, una riflessione sul ruolo di youtube oltre che sull'architettura vera e propria.

Il tema della musica non verrŕ esplorato solo attraverso fotografie, video e installazioni. Infatti, oltre alla dimensione piů propriamente espositiva, Arkitekturae proporrŕ, sotto il titolo di Lavori in corso, una serie di interventi, performance e progetti "site specific", in giro per il paese, progettati da Andrea Aquilanti, Riccardo Benassi, Tonino Casula e Pi Keohavang, Andrea Dojmi, Marco Giovani, Alessandro Nassiri, Chiara Passa, Nero Project, Gianfranco Setzu, Francesco Simeti.

Tutta incentrata sui giovani talenti emergenti č la rassegna BabelFish, quest’anno intitolata Senza fissa dimora. Archetipi, mappe, memorie, figure di una cittŕ dell’immaginario, a cura di Mariolina Cosseddu, con opere di Pietruccia Bassu, Giusy Calia, Coquelicot Mafille, Roberta Luche, Gianfranco Setzu e Carlo Spiga allestite a Casa Sanna.

Il PAV dedica anche una sezione specifica delle sue iniziative all’architettura intesa nel suo senso piů canonico, invitando ad intervenire artisti, architetti e designer.

I muri dei suoni č una spettacolare installazione di cassette di plastica che invade il vecchio cimitero del paese, da tempo sconsacrato, opera site specific realizzata dall’architetto-musicista Gianni Filindeu in collaborazione con la Facoltŕ di Architettura di Alghero e l’associazione Artscapes.

In programma anche due rassegne di video di architettura: Il racconto dello spazio a cura di Salvatore Peluso e Giuseppe Vallifuoco in collaborazione con INARCH, una selezione dei video prodotti da Alessandra Ballerini, Claudia Ciceroni, Morena Frisanco, Ugo Licciardi, Miriam Marchitto, Manuela Serra nell’ambito dei master su "Il video e la comunicazione dell'architettura”, organizzati da IN/ARCH, dove il video viene utilizzato come  strumento di elaborazione, verifica e comunicazione del progetto di architettura nella sua dimensione spazio-temporale.

Video, architetture e tracce sonore č la rassegna di video di architettura curata da Marco Brizzi in collaborazione con iMage che, attraverso i contributi di architetti e filmmaker italiani e internazionali – archi-tectonics (Winka Dubbeldam), Artefactory, Caipirinha Productions, Filippo Macelloni, next architects, Edgar Pera, Stadium (phantas-mix), squint/opera, Fabio Turcheschi, Simone Muscolino, Francesco Monaco – offre un percorso attraverso alcune delle opere video piů significative per la loro coesione tra suoni, immagini e architetture. Dai suoni della cittŕ raccolti in presa diretta, alla colonna sonora sapientemente costruita per assecondare i tempi del racconto e delle visioni dell’architettura.

La falegnameria ArredoPiů, ancora in attivitŕ, nei pressi della Casara, ospita la mostra dedicata al design e al mobile d’autore Abitare lo spazio: esposte opere di Erik Chevalier, Aldo Contini, Paola Dessy, Giuliana Fanelli, Caterina Lai, Alessandro Meloni, Gianni Nieddu, Igino Panzino, Bruno Petretto, Pietrolio, Gianfranco Setzu, Danilo Sini, Monica Solinas.

Omaggio al compositore e architetto greco Iannis Xenakis con il progetto multimediale Xenakis architetto di suoni, allestito negli spazi dell’Ex caseificio La Berchiddese per la cura dell’architetto Maria Paola Cau che firma anche il progetto Bambini… tutti fuori, evocativo intervento sonoro nei vicoli del paese.

Gli spazi del Museo del Vino saranno dedicati alla memoria dell’artista Alessandro Meloni con la mostra I colori del nero e la videoinstallazione Summertime.

Al Museo del Vino anche Stage/backstage, installazione collettiva che riproporrŕ il festival e i suoi artisti attraverso lo sguardo di professionisti e non professionisti dello scatto.

Come di consueto, alcuni artisti saranno presenti anche sul palco di piazza del Popolo con Arte tra le note, scenografie d’artista realizzate appositamente per i concerti serali del Festival da Sergia Avveduti, Marco Giovani, Lorenza Lucchi-Basili, Alessandro Meloni, Nero Project.

Il Jolly Jazz Café ospiterŕ la mostra Affiches, 21 anni di storia di Time in Jazz ripercorsi attraverso i manifesti del Festival.

Visitabile in permanenza, inoltre, il progetto stabile del PAV Semida, il Museo di arte ambientale, con le opere di Clara Bonfiglio, Giovanni Campus, Bruno Petretto, Pinuccio Sciola e Monica Solinas, nato nello splendido scenario del Demanio Forestale del Monte Limbara in collaborazione con il Comune di Berchidda e l’Ente Foreste Sardegna.

Orario mostre: 11,00 – 1,00 orario continuato


  • LA RASSEGNA DI FILM E DOCUMENTARI

Intorno al tema dell’architettura ruota anche la rassegna di film e documentari, curata dal regista Gianfranco Cabiddu, in programma tutti i pomeriggi – dal 12 al 15 agosto - al Nuovo Cinema di Berchidda. Fra i titoli in cartellone, il capolavoro di Fritz Lang “Metropolis” (del 1927), il celeberrimo “Koyaanisqatsi” di Godfrey Reggio (1983) con le musiche di Philip Glass, e i ritratti di due stelle dell’architettura: il recente documentario di Sidney Pollack dedicato all’amico Franck Gehry, uno dei piů geniali architetti contemporanei, e quello su Louis Khan realizzato dal figlio Nathaniel venticinque anni dopo la scomparsa del padre, nel 1974.



  • TIME IN SASSARI

Mandata in archivio a Berchidda l’edizione 2008 del festival, Time in Jazz pianterŕ le tende per due giorni nella vicina Sassari. Rinnovando la formula collaudata con successo l’estate scorsa, il 17 e il 18 agosto va infatti in scena la seconda edizione di Time in Sassari. L’epicentro č nella Piazza del Palazzo Ducale: in cartellone, alcuni dei protagonisti della settimana berchiddese ma anche musicisti e progetti appositamente invitati per l’occasione. Apre la prima serata (domenica 17 agosto, ore 21:30) il gruppo formato dai migliori allievi dell’ultima edizione dei Seminari Jazz di Nuoro, raccolti sotto le insegne di Viento Rojo. A seguire il duo di Mark Feldman e Sylvie Courvoisier.

Due concerti anche la sera di lunedě 18. Si comincia con “Homescape”, il progetto del chitarrista franco-vietnamita Nguyęn Lę in compagnia del cantante e suonatore di oud tunisino Dhafer Youssef: suoni acustici ed elettrici, arcaici e digitali, echi di oriente e battiti tecnologici, suggestioni mistiche e squarci metropolitani per questo collaudato lavoro, pubblicato su disco due anni fa. Grande chiusura con il “Requiem for a dying planet” del Cuncordu e Tenore di Orosei con Mola Sylla ed Ernst Reijseger, stavolta nella sua versione integrale, con la proiezione delle immagini tratte dai film di Herzog.

A Time in Sassari č atteso anche il quartetto Alborada per due diversi impegni. Il primo č in realtŕ ad Osilo (a una quindicina di chilometri da Sassari) nella chiesa di Babbu Eternu, il pomeriggio del 17 (ore 18). Sarŕ invece la Casa circondariale di San Sebastiano, a Sassari, ad ospitare l’indomani mattina (lunedě 18, alle 11:30) il concerto che vedrŕ accanto all’ensemble d’archi la tromba e il flicorno di Paolo Fresu.

Oltre a Osilo, altra tappa “extra moenia” a Ittireddu (a cinquanta chilometri circa da Sassari): lunedě 18, nella chiesa di San Giacomo (ore 18) suona l'Aghera Quartet, giŕ protagonista tre giorni prima del “Concerto aperitivo” di Ferragosto a Berchidda.

Insieme alla musica, Time in Jazz porterŕ a Sassari anche un pezzetto della sua storia e del suo territorio: nei cortili del Palazzo Ducale sono infatti previste una mostra di fotografie e dei manifesti realizzati in ventuno edizioni del festival insieme all’esposizione e alla vendita dei suoi gadgets e di una selezione dei migliori prodotti dell’enogastronomia berchiddese e dell’area del Monte Acuto. A completare il programma, la presentazione de “La sardegna di dentro” e “La Sardegna di fuori”, due volumi firmati dal giornalista Giacomo Mameli in un cofanetto edito dalla CUEC: il 18 alle 20:30.



  • CHI SOSTIENE TIME IN JAZZ

La ventunesima edizione Time in Jazz č possibile grazie al contributo delle Istituzioni che sostengono la manifestazione – il Ministero per i Beni e le Attivitŕ Culturali (Direzione Generale per lo Spettacolo dal vivo), l’Assessorato allo Spettacolo e Attivitŕ Culturali e l’Assessorato al Turismo della Regione Autonoma della Sardegna, l’Ente Foreste della Sardegna, il Comune di Berchidda, la Provincia di Olbia-Tempio, la Comunitŕ Montana del Monte Acuto, le Amministrazioni Comunali di Monti, Luras, Olbia, Oschiri, Osilo, Ozieri, Pattada, Sassari e Tempio Pausania, la Fondazione Banco di Sardegna e la Fondazione Fabrizio De André – ma anche grazie alla collaborazione di un folto stuolo di enti e aziende: 3A Arborea, AutoOggi, Autoservizi Fab srl, Cantina Sociale del Giogantinu, Cantina del Vermentino di Monti, Dedicare, Distilleria Lucrezio R., Ente Musicale di Nuoro,  Geasar, Florvivaistica “La Fumosa”, Meridiana, Museo del Vino di Berchidda, Musical Box, Nuova Casearia srl, Pincar, Rau Arte Dolciaria, RFI, Corsica Ferries - Sardinia Ferries, Secauto, Su Senabrinu, Trenitalia, Wi-Fi Company, L’Agnata, Nuvole production srl, Sardares, Enoteca Demuro, Cantine Surrau, La Fumosa, F.lli Naseddu, F.lli Puliga.



  • INFO:

TIME IN JAZZ: tel. 079 70 30 07 – fax 079 70 31 49 – E-mail: info@timeinjazz.it;

DEDIC@RE: tel. 899 656 548 (costo chiamata da rete fissa: 96 centesimi di euro al minuto + 12 centesimi di scatto alla risposta)

CONTACT CENTER BES – Best Events Sardinia: 800 881 188