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1. Il calendario
2. Il programma
3. Paolo Fresu: Il segno e la musica verso la primordiale e sciamanica metafora dell’arte
4. Digital e Trance: faranno male?
5. L'estasi mistica dei Dervisci
6. Tabloid
 
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2. Il programma  

Il festival Time in Jazz diventa maggiorenne, e per la sua edizione numero diciotto allestisce un cartellone come sempre all’insegna della qualità e dell’originalità. Dall’11 al 15 agosto, Berchidda (provincia Olbia-Tempio) sarà come ogni estate l’epicentro di una manifestazione capace di richiamare migliaia di spettatori, con la sua consueta formula che prevede eventi dal mattino a notte fonda, in piazze, strade, boschi, chiesette campestri del paese e dei centri vicini.

Cinque giorni pieni di musica ma non solo, perché accanto ai tanti concerti, il festival diretto da Paolo Fresu e organizzato dall’associazione culturale Time in Jazz, apre la consueta finestra sull’arte contemporanea: performance, mostre ed eventi espositivi in luoghi e spazi differenti, raccolti sotto il marchio P.A.V., il Progetto Arti Visive curato da Giannella Demuro e Antonello Fresu.

Musica, arti visive, ma anche cinema, quest’anno a Berchidda, con una rassegna di film etnomusicali curata dal regista Gianfranco Cabiddu con la collaborazione dell’Istituto Superiore Regionale Etnografico.

Linguaggi diversi, ma uno spunto comune: "Digital Trance" è il titolo che campeggia sul calendario di questa edizione del festival, a suggerire che tecnologie digitali ed elettroniche e stati di coscienza saranno i termini di riferimento principali, anche se non gli unici, di quanto si ascolterà e si vedrà quest’estate a Berchidda.

LA MUSICA

L’intreccio fra jazz (ma non solo) e suono digitale ed elettronico detta le coordinate di una serie di concerti in particolare, tra quelli in programma ogni sera sul palco di Piazza del Popolo, sede degli appuntamenti più attesi del festival: "Translate", ad esempio, un progetto basato sul trattamento in tempo reale di suoni e immagini attraverso campionamenti, loop ed elettronica, che il contrabbassista Michel Benita e la videoartista Judith Darmont presenteranno nel set d’apertura della quarta serata, quella del 14 agosto. Ad affiancare il musicista e la VJ in arrivo dalla Francia, due ospiti d’eccezione, entrambi noti per la loro capacità di mescolare jazz e elettronica: il trombettista Erik Truffaz e Philippe Garcia alla batteria.

Jazz e elettronica trovano nella scena musicale norvegese una delle più vitali realtà di questi anni. Ecco allora in arrivo dalla Scandinavia (il 12 agosto) il pianista-tastierista Bugge Wesseltoft con il suo gruppo New Conception of Jazz: Ole Morten Vaagan al contrabbasso e al basso elettrico, Andreas Bye alla batteria, il DJ Jonas Lonna e Rikard Gensollen alle prese con percussioni e elettronica. Sintetizzatori robustamente funkeggianti, atmosfere techno e ambient, battiti elettronici, per un sound che viene dal freddo nord ma sa trasmettere calore.

Dalle stesse latitudini, la sera precedente (11 agosto) sarà intanto planata sul palco di Berchidda, per il primo dei concerti in Piazza del Popolo, la Magnetic North Orchestra di un altro pianista e tastierista norvegese, Jon Balke. Nata nel 1992 dall’idea di unire un sestetto jazz, un quartetto d’archi e un gruppo di percussionisti, in tredici anni di attività (e tre dischi per la ECM) la Magnetic North Orchestra ha costruito la propria originalità partendo dall’energia racchiusa nel jazz tradizionale, nella musica classica contemporanea e nelle sonorità originarie dell’Africa settentrionale e occidentale.

Capeggiata da Jon Balke (pianoforte, tastiere), la MNO si presenterà a Time in Jazz con Per Jorgensen (tromba, voce), Fredrik Lundin (sax tenore e soprano, flauto), Bjarte Eike (violino), Peter Spissky (violino), Tom Pitty (violoncello), Ingar Zach e Helge Norbakken (percussioni).

Ritroveremo entrambi i musicisti scandinavi, Jon Balke e Bugge Wesseltoft, tra i protagonisti dei tanti concerti che, come ogni anno, si tengono ogni mattina (alle 11) e nel pomeriggio (alle 18) nelle suggestive chiese della campagna di Berchidda e di altri centri vicini: insieme, per un duo di pianoforti nel Santuario di San Paolo Eremita di Monti (la mattina del 12); poi, il giorno dopo (13 agosto, ore 11), Jon Balke in solitudine con il suo strumento nella Chiesa di San Michele, a pochi chilometri da Berchidda.

A Bugge Wesseltoft spetterà invece il compito di inaugurare proprio la serie degli appuntamenti nelle chiese campestri, il pomeriggio dell’11 (ore 18) nella magnifica Basilica di Sant’Antioco di Bisarcio, nei pressi di Ozieri, in compagnia della cantante norvegese Sidsel Endresen con cui condivide, fin dal 1993, le fortune di un collaudatissimo duo.

Nella prima parte della serata del 13 tiene banco l’"Experimentum Mundi Remix", il progetto con cui il compositore Giorgio Battistelli rivisita la sua opera più famosa ("Experimentum Mundi" ha debuttato nel 1981, ed è stata rappresentata anche a Berchidda nove anni fa), in un dialogo tra i campionamenti elettronici di Martux-m (al secolo Maurizio Martusciello) e i timbri crudi e vitali di una singolare "orchestra" composta da sedici artigiani che fanno dei ferri del loro mestiere gli strumenti musicali: bottai, falegnami, selciaioli, muratori, fabbri, arrotini, calzolai, uno scalpellino e persino un pasticciere, impegnati ad eseguire la partitura di Battistelli insieme ad un pugno di musicisti "veri", quattro voci femminili e un percussionista.

Al confine tra ipnosi e trance il set successivo della serata del 13 agosto: protagonista il musicista turco (ma da tempo di base in Canada) Mercan Dede (noto anche come DJ con il nome d’arte Arkin Allen) e il suo gruppo Secret Tribe, un ensemble che affianca al leader - alle prese con ney (il tipico flauto turco), bendir (tamburo a cornice), voce ed elettronica - il clarinetto di Aykut Sutoglu, il kanun (la tradizionale cetra ottomana) di Göksel Baktagir, le percussioni di Huseyin Ceylan e Memduh Akatay, e la danza derviscia di Mira Burke. Un gruppo, come suggeriscono la sua composizione e strumentazione, con cui Mercan Dede sperimenta da tempo l’incontro e la fusione di due generi musicali apparentemente distanti ed opposti, l’elettronica e la tradizione folklorica turca, le sonorità ambient con la spiritualità sufi, in un originale mix di antico e moderno, sacro e profano.

Dalle sonorità digitali ed elettroniche alle musiche etniche il passo è meno lungo di quanto possa apparire, se il termine di riferimento è quello stato di coscienza "altro" che la musica, e il ballo, può stimolare. Così Time in Jazz mette un piede nel futuro tecnologico e l’altro nel passato delle tradizioni.

Ad aprire l’ideale capitolo del festival dedicato alle proposte di impronta più esplicitamente etnica sarà l’evento al centro della mattinata inaugurale del festival, giovedì 11: un concerto "a tappe" nelle stazioni ferroviarie lungo la tratta Olbia-Chilivani. Protagoniste, le launeddas del maestro Luigi Lai - il grande virtuoso dello strumento simbolo della musica tradizionale sarda - con un gruppo di suoi allievi, e Brittany Bagpipes, un ensemble di cornamuse appositamente riunito per l’occasione, guidato da Patrick Molard (considerato come uno dei migliori solisti di cornamusa in Europa) e composto da musicisti bretoni della Bagad de Concarneau (Yann Cariou, Hervé Le Floc'h, Yann Pelliet) e della Bagad d’Auray (Pascal Guingo). Il pubblico, imbarcato su un treno appositamente allestito da Trenitalia (in partenza da Olbia alle 10:59), troverà alle diverse fermate ora l’una ora l’altra formazione, per poi ascoltarle riunite insieme, launeddas e cornamuse, alla tappa finale nella stazione di Chilivani (arrivo previsto alle 12:33). Un evento originale del festival che ripete la formula collaudata con successo lo scorso anno (allora ne fu protagonista Uri Caine) e che nel titolo, "TrancEuropExpress", allude chiaramente al contesto ferroviario e al tema di questa edizione del festival.

Tracce di Bretagna anche nel secondo concerto serale dello stesso 11 agosto, sul palco di Piazza del Popolo. Dopo Jon Balke e la sua Magnetic North Orchestra sarà il turno della "Celtic Procession" del chitarrista Jacques Pellen, laboratorio permanente (è attivo da una quindicina d’anni) e mutabile nel tempo, che a Berchidda assume sembianze musicali camaleontiche, dandosi una veste "africana" con l’apporto del percussionista algerino Karim Ziad e inglobando poi, nella parte finale del concerto, le cinque cornamuse di Brittany Bagpipes. Accanto al leader, Erik Marchand (voce), Paolo Fresu (tromba, flicorno), Jean-Michel Veillon (flauto), Jacky Molard (violino), Ronan Pellen (cistre, violoncello) e Hélène Labarrière (contrabbasso).

Lo stesso Jacques Pellen, il violinista Jacky Molard e le cornamuse (scozzesi e bretoni) di Patrick Molard compongono anche il collaudato organico di Triptyque, trio nato nel 1993 che da anni tiene concerti in tutte le parti del mondo. Nel calendario di Time in Jazz il suo momento arriverà il pomeriggio del 12 agosto (ore 18), nella Chiesa di Nostra Signora di Castro a Oschiri.

Nello stesso capitolo ideale del festival dedicato alle musiche etniche rientrano anche i Gnawa Sidi Mimoun, in arrivo da Casablanca per aprire la seconda serata - quella del 12 agosto - del festival (al posto del già annunciato gruppo di Hamid El Kasri): guidati dalla voce e dal ganbri (il tradizionale liuto-tamburo a tre corde) di Abdelkabir "Cheb", i cinque musicisti-danzatori metteranno in scena la festa che precede la fase rituale della Lila, il complesso rituale coreutico-musicale dei Gnawa del Marocco, i discendenti degli schiavi neri deportati dai paesi dell'Africa occidentale subsahariana. Suoni e danze ancestrali, melodie ipnotiche e ritmi ossessivi, capaci di portare alla trance, cui si unirà come special guest il percussionista algerino Karim Ziad.

Tornando al versante più prettamente jazzistico, ecco i Sex Mob sul palco di Piazza del Popolo nella seconda parte della serata del 14 (dopo il progetto "Translate"). Il quartetto del trombettista Steven Bernstein è uno dei gruppi di punta della scena downtown di New York, e trova nell’eclettismo una delle sue caratteristiche più marcate. Brani pop e rock, classici del jazz e della musica per cinema (tra i dischi del gruppo, uno è dedicato alle colonne sonore dei film di James Bond) sono lo spunto per nuove interpretazioni e riletture da parte di questo quartetto di ottimi solisti che unisce alla bravura e alle doti improvvisative la giusta dose di humour. Con Bernstein (che suona una tromba a coulisse), Briggan Kraus al sax contralto, Tony Scherr al basso e Kenny Wollesen alla batteria, a Berchidda ci sarà anche DJ Olive con i suoi giradischi ad arricchire la tavolozza sonora dei Sex Mob.

Di Steven Bernstein da non perdere anche, l’indomani mattina (la mattina del 15, alle 11) nella lussureggiante vegetazione dell’Arboreto Mediterraneo della Foresta Demaniale Monte Limbara Sud, lo "Special Mountain Project", produzione originale per Time in Jazz.

In chiave jazz anche l'omaggio a Fabrizio De Andrè del pianista Danilo Rea, nome di spicco della scena italiana di questa musica, ma ricercatissimo anche nel giro della musica pop (suoi credits si possono trovare nei dischi di Mina, Claudio Baglioni e Fiorella Mannoia): ancora una produzione originale, realizzata in collaborazione con la Fondazione Fabrizio De Andrè, con cui Time in Jazz sconfina per la prima volta dalle parti di Tempio Pausania. "Il jazz incontra la musica d'autore: omaggio a Fabrizio De Andrè" (questo il titolo del concerto) è infatti in programma - il pomeriggio di Ferragosto, alle 18 - all’Agnata, la località che il cantautore genovese, grande amico della Sardegna e di questa zona in particolare, elesse a uno dei suoi luoghi preferiti di ritiro. Amore per la Gallura raccontato anche attraverso la mostra "La Gallura di Fabrizio tra musica e poesia", itinerario fotografico con immagini di grande formato: scatti realizzati dagli amici che rivelano il lato più intimo dell’artista. La mostra, visitabile dalle ore 10 alle ore 21 del 15 si snoda lungo i sentieri dell’Agnata e fissa luoghi, momenti e ricordi dell’indimenticabile Faber.

Da non perdere, sempre sul fronte dell’originalità, il concerto di Furio Di Castri e Gianluca Petrella in programma il 14 agosto nella Chiesa di Sant’Antonio Abate a Nughedu San Nicolò (ore 18): contrabbasso e trombone sono un’accoppiata non molto convenzionale, ma tra le mani di due musicisti di questo livello i risultati sono sorprendenti. Gli stessi che si possono apprezzare nel loro recente cd, "Under construction".

Il trombone di Gianluca Petrella, alla guida dell'Indigo Quartet - con Francesco Bearzatti al sax tenore e al clarinetto, Paolino Dalla Porta al contrabbasso e Fabio Accardi alla batteria - avrà anche il compito di aprire l’atto conclusivo del festival. Il 15 agosto alle 21.30 il musicista pugliese e il suo gruppo daranno il la a una serata come sempre speciale, che culminerà, alle 23, tra i fuochi d’artificio della Teo Fireworks e la musica della Bollywood Brass Band (protagonista anche delle parate musicali che, ogni sera prima dei concerti in piazza del Popolo, animeranno le strade di Berchidda a partire dalle 19,30).

La formazione anglo-indiana di base a Londra è composta da dieci musicisti (tra cui tre donne) alle prese con strumenti a fiato (sassofoni, trombe, tromboni e basso tuba), batteria e percussioni tradizionali del subcontinente indiano (dhol e dholak), e impegnati in un repertorio di brani tratti da film vecchi e nuovi del cinema di Bombay, musiche popolari del Punjab e grandi classici indiani, con influenze samba, reggae, funk, jazz e balcaniche. Una miscela coinvolgente e ipnotica, dove gli intrecci eleganti dei fiati sono sostenuti da incalzanti ritmi bhangra. Vivace e suggestivo anche l'impatto scenico, con l'impiego di costumi, l'accompagnamento con passi di danza, e immagini tratte dai blockbusters di Bombay che verranno proiettate sullo sfondo del palco in sincronia con la musica dal vivo.

Tra gli appuntamenti consueti del festival, la Gara di Poesia in lingua sarda con i poeti improvvisatori della Sardegna, curata da Paolo Pillonca, il 13 agosto (alle 19.45) nei Giardini della Casa di Riposo per Anziani. Parteciperanno, in un confronto fra diverse generazioni di poeti, tre autentici virtuosi della parola improvvisata già apprezzati l’anno scorso: il diciannovenne Giuseppe Porcu di Irgoli e i più maturi Mario Masala di Silanus e Bruno Agus di Gairo.

Altro momento tipico di Time in Jazz, il concerto-aperitivo ideato per accompagnare - il 14, intorno a mezzogiorno, al Museo del Vino - la presentazione della "bottiglia d’autore" di Giogantinu (il vino di queste parti) che ogni anno riporta sull’etichetta l’immagine del festival: a tenere banco, stavolta, il quartetto del chitarrista nuorese (ma da tempo vive a Perugia) Angelo Lazzeri, un gruppo nato cinque anni fa e formato da alcuni dei musicisti più rappresentativi dell'area umbra, che presenterà a Berchidda il suo secondo lavoro discografico per la nuova etichetta Giotto Music di Perugia.

A precedere l’appuntamento, alle 10,30, una parentesi libraria, con la presentazione di due pubblicazioni recenti: il libro di Enzo Gravante "Paolo Fresu: la Sardegna, il jazz", edito lo scorso novembre dalla casa editrice Condaghes e incentrato, come suggerisce il titolo, sulla vita artistica (ma non solo) del trombettista berchiddese; e il freschissimo di stampa "Musica & Architettura. Paesaggi della contemporaneità", curato da Salvatore Peluso per i tipi della Gangemi Editore, che prende le mosse (e il titolo) da un laboratorio di architettura che si è tenuto l’estate passata a Berchidda.

Tengono banco i dj in due diversi appuntamenti giornalieri subito prima e immediatamente dopo i concerti in piazza del Popolo: intorno alle 20.30, in un angolo ogni sera diverso di Berchidda, va in scena il dj set Mistura Pura di Federica Grappasonni; da mezzanotte (circa) in poi, al Museo del Vino, saranno invece i dee-jay di Radio X a mescolare le sonorità digitali per cinque notti all’insegna di The MiXzone. Un appuntamento, quest’ultimo, realizzato in collaborazione con il Museo del Vino e la cooperativa La Memoria Storica.

A incorniciare idealmente l’edizione 2005 di Time in Jazz, due concerti alle prime luci dell’alba (intorno alle 6 del mattino) per aprire e chiudere suggestivamente il festival nello scenario naturale del Montalvu, nella foresta demaniale Monte Limbara sud: protagonisti, in entrambi i casi, Paolo Fresu e l’Alborada String Quartet (Anton Berovski e Sonia Peana ai violini, Nicola Ciricugno alla viola e Piero Salvatori al violoncello), ma con due repertori diversi: giovedì 11, "Scores" verte intorno ai brani delle colonne sonore scritte dal trombettista per il film di Ferdinando Vicentini Orgnani "Il più crudele del giorni", dedicato alla vicenda della giornalista Ilaria Alpi, e per "L’isola" di Costanza Quatriglio; martedì 16, invece, con la produzione originale "Arvo Pärtrance", basata – come suggerisce il titolo - su brani del compositore estone Arvo Pärt.

(per andare alla photogallery clicca qui)

 

L’ARTE

Come sempre ricchissimo, dunque, il versante musicale di Time in Jazz. Ma Berchidda, nel corso degli ultimi anni, ha acquisito rilevanza anche nel settore delle arti visive, grazie all’istituzione del PAV, il Progetto Arti Visive che ha fin qui portato alla realizzazione di oltre 70 mostre ed eventi espositivi, e al coinvolgimento di più di 200 artisti di livello nazionale ma anche internazionale tra i più rappresentativi della ricerca visiva contemporanea, oltre alla quasi totalità degli artisti che vivono in Sardegna e che operano nel campo della sperimentazione visiva.

Per questa nuova edizione di Time in Jazz, anche l’arte, come la musica, esplorerà il tema del "digitale", con particolare riferimento alle sperimentazioni che hanno rivolto la loro attenzione all’uso delle tecnologie più avanzate, puntando a quello "stravolgimento" visivo e di senso che sta alla base dell’opera d’arte sia per quanto riguarda la produzione di opere pittoriche o fotografiche, sia per quanto riguarda la produzione di videopere, videoinstallazioni e videoanimazioni, o interventi artistici che esplorano la "rete" e che vengono indicate come web-art o net-art.

Anche stavolta il PAV presenterà numerosi eventi espositivi, interventi e performance, allestiti in spazi deputati, come il Museo PAV, o in spazi recuperati, case e edifici "prestati" all’arte, come la suggestiva Casara, una vecchia struttura industriale.

L’appuntamento cardine sarà la rassegna internazionale d’arte contemporanea Digit@l trance, con artisti nazionali ed internazionali accanto ad alcuni isolani, articolata in più sezioni e dislocata in varie sedi (Museo PAV, Cortili di Casa Meloni-Sanna e Sa Casara) – dedicata alle nuove sperimentazioni cheNico Vascellari, Untitled Song, 2004, video nascono dall’uso delle più avanzate tecnologie: arte digitale, computerart, webart, fotografia digitale, video, pittura digitale.

Digit@l trance, a cura di Giannella Demuro e Antonello Fresu, con opere di Bianco-Valente, Isabella Bordoni, Cristian Chironi, Emilio Fantin, Greta Frau, Tore Manca, Nero Project, Antonio Riello, Sara Rossi, Nico Vascellari: una sezione specificamente installativa e performativa che presenta videoinstallazioni, performance e opere site specific realizzate appositamente per il Festival Time in Jazz. Le opere saranno allestite allestita nei Cortili di Casa Meloni-Sanna, recentemente restaurati, negli spazi della Casara o dislocate all’aperto.

EnTrance, a cura di Valerio Dehò, presenta opere pittoriche e fotografiche di Karin Andersen, Matteo Basilè, Paolo Consorti, Massimo Kaufmann, Jorunn Monrad, Luisa Raffaelli, Francesca Semeria e Nicola Troilo. Le opere esposte negli spazi del Museo PAV rappresentano alcuni tra gli esiti più interessanti della sperimentazione contemporanea in pittura e fotografia.

Singlecell & Doublecell, SinglecellWeblife – forme di vita nella rete, rassegna curata dal critico d’arte Valentina Tanni, e dedicata al rapporto tra il web e la ricerca visiva contemporanea, all’innovazione e alla tecnologia digitale al servizio dell’arte: allestita nei Cortili di Casa Meloni-Sanna, raccoglie una serie di lavori e progetti per la rete di gruppi e artisti come Abstract Codex, Adam001, Cyberzoo, Genomixer, Singlecell & Doublecell, Vi-Con, VirLab, WorldTree, www.8081.com.

Accanto a questa mostra, altro evento di respiro internazionale è Feroci invalidi di ritorno dai paesi caldi, una rassegna di videoarte digitale curata da Gino Giannuzzi della "storica" Galleria Neon di Bologna e allestita negli spaziSandrine Nicoletta, Fourmies blanches #1, 2005, video della vecchia Casara: in programma video di Amae Artgroup, Andrea Melloni, Barbara Fässler, Christine de la Garenne, Diego Zuelli, Letizia Ronzini, Maria Vittoria Perrelli, Mauro Sampaolesi, Monika Stemmer, Nark BKB, Nicola Gobbetto, Roberta Piccioni, Sabrina Torelli, Sandrine Nicoletta, Sergia Avveduti, Simone Barresi, Sophie Usunier, Susanna Scarpa, Tu'm.Erik Chevalier, Psicosi  delle 16, 2005, video

Spazio anche alle produzioni isolane con V/ideo/azioni, una selezione di opere video prodotte da artisti isolani nell’ultimo decennio, tra cui Francesco Casu, Erik Chevalier, Giovanni Coda, Mario Pischedda, Elisabetta Saiu, Giulia Sale, Massimo Sanna, Danilo Sini.

Oltre alla dimensione più propriamente espositiva, la mostra presenterà, sotto il titolo di Lavori in corso, una serie di installazioni, interventi e performance proposti da alcuni degli artisti presenti in mostra - Isabella Bordoni, Greta Frau, Nero Project, Antonio Riello, Nico Vascellari - espressamente per Scenografia di Bianco-Valente per il concerto di Jacques PellenBerchidda e in sintonia con il tema di questa edizione, realizzati nelle vie e nelle piazze del paese.

Come negli ultimi anni, alcuni degli artisti che parteciperanno alle mostre – Bianco-Valente, Massimo Kaufmann, Nero Project, Pastorello – saranno presenti anche sul palco di piazza del Popolo con Arte tra le note, scenografie d’artista realizzate ad hoc per i concerti serali del Festival.

Visitabile in permanenza, inoltre, il progetto stabile del PAV Semida, il Museo di arte ambientale con le opere di Clara Bonfiglio, Giovanni Campus, Bruno Petretto, Pinuccio Sciola e Monica Solinas, nato nello splendido scenario del Demanio Forestale del Monte Limbara in collaborazione con il Comune di Berchidda e l’Ente Foreste della Sardegna.

Per l’occasione verrà pubblicato un catalogo a colori con contributi critici e riferimenti iconografici.

(per andare alla photogallery PAV clicca qui)

 

IL CINEMA

Barbara et Ses Amis au Pays du Candomblé, Brasile 1997Tanta musica, dunque, e arti visive. Ma anche cinema: sotto il titolo "Trance di notte – Note in trance", la sezione "Immagine e Cinema" di Time in Jazz proporrà infatti una rassegna di film etnografici curata da Gianfranco Cabiddu in collaborazione con l’Istituto Superiore Regionale Etnografico di Nuoro. Attraverso leSouhait d'Extase di Jean Claude Penrad, Francia, 1997 immagini verrà approfondito il tema della rassegna, in un viaggio, tra lo storico e l’antropologico, sotto forma di piccola rassegna di documentari etnografici che hanno per tema le varie forme di "trance" legate alla musica in diverse culture. Appuntamento ogni notte, dopo i concerti in Piazza del Popolo, in un’atmosfera foriera di incontri, dove ancora risuoneranno nell’aria le note del concerto appena concluso.

Cinque giorni densi di eventi e appuntamenti attendono dunque anche quest’estate il pubblico a Berchidda. Un impegno organizzativo che l’associazione culturale Time in Jazz affronta con il contributo dell’Unione Europea (Fondo Europeo di Sviluppo Regionale), del Ministero per i Beni e le Attività Culturali (Direzione Generale per lo Spettacolo dal vivo), della Regione Autonoma della Sardegna, del Comune di Berchidda, della VI Comunità Montana "Monte Acuto", dei Comuni di Monti, Nughedu San Nicolò, Oschiri e Ozieri, e con la collaborazione di Fondazione Banco di Sardegna, Banco di Sardegna SPA, Trenitalia, RFI (Rete Ferroviaria Italiana), Ente Foreste della Sardegna, Fondazione Fabrizio De Andrè, Istituto Superiore Regionale Etnografico, Cantina Sociale Giogantinu, Rau Arte Dolciaria, distilleria Lucrezio R, Nuova Casearia, FAB Autoservizi, Pincar e Cooperativa La Memoria Storica.

Time in Jazz fa parte del Sardinia Jazz Network insieme ai festival Jazz in Sardegna di Cagliari, Ai confini tra Sardegna e Jazz di Sant’Anna Arresi, Musica sulle Bocche di Santa Teresa Gallura e Calagonone Jazz.