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04. Il Patrocinio dell'UNESCO
05. I Talk to The Wind - Rassegna di Cinema
06. Green Jazz
07. I laboratori di Time in Jazz
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05. I Talk to The Wind - Rassegna di Cinema  

 

"I Talk to the Wind"
Rassegna di Cinema a cura di Gianfranco Cabiddu

Io parlo al vento cantavano i King Crimson nei lontani anni Settanta. E un po’ per storia, un po’ per caso o per fortuna, molte intuizioni e sensibilità di quegli anni fecondi ritornano a “risuonare utili” anche oggi, in un mondo alla ricerca di un vento nuovo, di un cambiamento.
Da sempre il vento, per tante culture originarie, in ogni parte del nostro ormai piccolo mondo è il soffio dello spirito, è il simbolo delle cose che cambiano anche se non se ne vede ancora il segno, è il cambiamento anche irrazionale o occasionale, è il carattere del variare nel  paesaggio, nelle persone, nel mondo.
L’ormai consueto approccio interdisciplinare al tema del festival Time in Jazz di quest’anno vedrà la sezione cinema interrogarsi sull’ARIA, secondo capitolo di un percorso quadriennale tematico sui quattro elementi naturali (acqua, fuoco, terra, aria), con l’intento di riflettere, declinando in più discipline, per una presa di coscienza responsabile verso l’uomo e il suo ambiente, secondo la vocazione di Time in Jazz che è quella di condividere un’esperienza unica immersi nella natura, un festival “eco-sostenibile”, in sintonia tra artisti e pubblico, nel rispetto dell’ambiente.
Quest'anno ospitiamo nella sezione cinema lavori cinematografici molto diversi tra loro, per natura dei supporti, per tecniche di racconto e per temi. Dal film di fiction ai cortometraggi, dai documentari ai film sperimentali e di videoarte. Un programma inafferrabile, come l’aria, che sono curioso di presentare al pubblico del festival per spiarne stupori e reazioni. Nella rassegna si incontreranno immagini provenienti da tutto il mondo che con poesia, emozione, ironia e gioia, aprono una finestra sul significato profondo e/o leggero della parola Aria. Sono momenti di emozione suscitati dalla vita e dal “senso del vento” nelle sue varie declinazioni, ed è possibile anche incontrare la poesia e toccare i cuori: le storie, le inquadrature, il ritmo e l’uso della musica, nei tanti lavori presenti ne sono la dimostrazione.
Essendo un festival di musica e il suo direttore artistico, Paolo Fresu, un trombettista, iniziamo la rassegna dando letteralmente “fiato alle trombe” con un film gioioso e frenetico come Guca - Voyage au pays de la trompette d’or, di Jean-Françoise Lebossé, un rutilante viaggio a perdifiato con gli instancabili musicisti delle “fanfare” balcaniche. Continuiamo con Cagliari... Appunti di vista - Un racconto poetico tra i muri ammutoliti dal maestrale, di Federico Boy e Antonello Zanda, con il vento di maestrale che, come fosse sabbia, scopre e ricopre, per scoprirle, le meravigliose immagini della città di Cagliari, volando nel tempo.
Con Aria, una nuova linea su una parete vergine siamo nella Sardegna più “ariosa” con due grandi alpinisti come Pietro Dal Pra e Lorenzo Nadal che “cercano” tra la roccia e il vento una nuova via di arrampicata in Supramonte lungo una parete a picco sul mare.
Poi è la volta di due pluripremiati cortometraggi di Francesco Cabras, Pale Eoliche  Sardegna e Toscana che, come in una rapsodia di immagini e musica, raccontano lo scorrere del tempo vicino a delle pale eoliche, appunto, e ci fanno provare stupore e quasi affetto per questo paesaggio mutato. Con Strane Storie di Sandro Baldoni siamo invece nel film a soggetto, ironico e surreale, in un futuro terribile e possibile. Ma è nel film testamento Io e il Vento, del grande cineasta Joris Ivens, il suo ultimo, struggente messaggio cinematografico, denso di uno stile allusivo e misterioso, che è nascosta la chiave di una rassegna impalpabile come I Talk to the Wind, non coerente, imprevedibile e un po’ folle, piena di vento e d’aria fresca come Time in Jazz, o per dirla con le parole di Michela Murgia nell’incipit del film Aria, “uno spazio apparentemente conquistato nasconde un oltre che non si fa mai cogliere immediatamente conservando la misteriosa verginità delle cose solo sfiorate”.

Gianfranco Cabiddu

 

 


"I Talk to the Wind"
Rassegna di Cinema a cura di Gianfranco Cabiddu

Programma

Berchidda, 11>16 agosto 2010

 Nuovo Cinema Santa Croce, inizio Ore 16,30

 

Mercoledì 11 agosto
Guca - Voyage au pays de la trompette d’or
Regia Jean-Françoise Lebossé Fotografia Thierry Arbogast. Francia 2007, col. 52’

A tre ore da Belgrado c’è un festival insolito, che vede la gara di ensemble musicali di soli ottoni provenienti da tutti i paesi balcanici: è l'Assemblea dei trombettisti di Guca.
"Non saprei chi altri potrebbe suonare la tromba in questo modo", dice Miles Davis a proposito del Festival di Guca in Serbia. Dall’ 1 al 7 agosto, da oltre 45  anni consecutivi, questa tranquilla cittadina di 3.000 anime, si trasforma nella capitale mondiale della “fanfara” ... jugoslava! Dal 1961 ininterrottamente, l'Assemblea dei trombettisti di Guca ospita la fase finale – le eliminatorie si tengono nel mese di luglio in tutto il paese - del concorso per “fanfare”. Il gruppo vincente conquista il "Golden Trumpet", sinonimo di molti contratti a venire. Per aneddotico che possa sembrare, il festival riunisce ogni estate più di 300.000 persone - tra cui una quota crescente di stranieri - "Drogati di tromba”. Guca potrebbe assomigliare ad una grande fiera agricola o a una grande kermesse di folklore serbo in un paese dove il nazionalismo ha la sua importanza, ma è un Festival di Guca straordinariamente cosmopolita. Una musica che Goran Bregovic e Eumir Kusturica hanno fatto conoscere al mondo usandola in tanti film, un regalo del cinema. Goran Raskovic, un musicista sloveno di ventotto anni, che organizza ogni anno un "pellegrinaggio" sul posto, così descrive il Festival: "Le persone che ballano sui tavoli, i trombettieri instancabili, ragazze sexy, notti insonni, maialino arrosto, la grappa  (Rakija) locale, e qualsiasi altra specialità balcanica, come pure gli ospitali abitanti del villaggio: tutti sono coinvolti nel Festival.”

 

Giovedì 12 agosto
Cagliari... Appunti di vista - Un racconto poetico tra i muri ammutoliti dal maestrale

Regia Federico Boy, Testi Antonello Zanda Musiche Arnaldo Pontis Editing Luca Portas, voce Rita Atzeri Italia 2010 col. 40’

L’immagine che apre il film è quella del profilo della Sella del Diavolo come non l’abbiamo mai vista. L’inquadratura è ripresa da Monte Urpinu sopra le saline di Molentargius. Il paesaggio inizialmente è un ibrido dove si incrociano tonalità grigie e sovrapposizioni di colore. La morfologia del paesaggio si presenta, ai piedi del promontorio, con una fitta massa di costruzioni e in primo piano un tratto di territorio intersecato da un muro bianco.
Man mano l’inquadratura acquista i colori netti appare una linea di pini, l’addensamento di costruzioni attuali, la skyline del promontorio e l’azzurro del mare. Questa immagine che vediamo ogni giorno sfuma trasferendoci in un paesaggio in bianco e nero, incredibilmente sgombro come doveva essere alle origini del tempo. Una muraglia bianca lo interseca in verticale per un tratto e fa pensare all’esistenza di un’antica attività agricola. Tra il muro e il promontorio che galleggia come una grande creatura marina, lo spazio è così vuoto e brullo da sembrare uno sconfinato luogo di avventure e di storie.

 

Venerdì 13 agosto
- Pale Eoliche:  Sardegna e Toscana

Regia, montaggio e riprese Francesco Cabras, Italia, 2006, 4 min 30'' & 6min

Due cortometraggi realizzati da Francesco Cabras, uno in Sardegna, l'altro in Toscana, ma che hanno lo stesso tema: la vita quotidiana all’ombra delle pale eoliche. Nel corto realizzato in Sardegna, nei campi dove si trovano le pale eoliche di Bonaita, le immagini interpretano quasi una rapsodia musicale in tre movimenti, tre stagioni della giornata: l'incedere, il volo e la tenebra. Il secondo, girato in Toscana, viene utilizzato da Greenpeace Italia per la campagna a favore dell'energia eolica, e vince il concorso di arte visuale Festarte2008.


- Strane storie
Regia, Sandro Baldoni, Italia 1994 col. Circa 30’ Cast: Flavio Benacci, Ivano Marescotti, Silvia Choen

Strane storie è un film italiano ad episodi del 1994, scritto e diretto da Sandro Baldoni, racconta in modo ironico e paradossale la vita moderna, fatta di contraddizioni e mostruosità. Noi presentiamo il primo episodio dedicato all’Aria.
Durante un viaggio in treno, un uomo (Benacci) racconta varie storie surreali alla figlia (Stangarone) per passare il tempo, prendendo spunto dagli altri viaggiatori che si siedono nel loro scompartimento.
La prima di esse ha per protagonista un uomo (Marescotti) con violenti attacchi di tosse. Presto scopre che la forte tosse è dovuta al fatto che egli non ha pagato in tempo la bolletta dell'aria. Dopo una corsa fino alla centrale dell'aria, l'uomo riesce a pagare la bolletta all'ultimo secondo, l'aria gli viene riallacciata, e ritrova sollievo fumandosi una sigaretta.

 

Sabato 14 agosto
Aria, una nuova linea su una parete vergine
Regia, Davide Carrari montaggio, Filippo Barbieri, musiche Do.De.Ca.Foni Italia, 2009, 30 min

Pietro Dal Pra e Lorenzo Nadali frequentano da tempo la Sardegna per scalare, esplorare nuove pareti ed aprire vie di arrampicata. Con Davide Carrari decidono di raccontare in diretta, "live" la più interessante di queste avventure: quella ancora da compiere. Il documentario racconta l'apertura dal basso di una via di arrampicata di alta difficoltà su di una parete della Sardegna orientale. Una parete sul mare del golfo di Orosei, una parete del Supramonte.
Sono note le difficoltà di filmare in parete e risolvere i problemi logistici per l'avvicinamento, la preparazione di un campo e la permanenza in un luogo isolato senza acqua; in questo caso vi era in più una scommessa, la stessa per climbers e filmakers: non si sapeva con certezza se quella parete avrebbe concesso il passaggio. Da quel labirinto di canne e strapiombi poteva non uscire né la via né il film. La scelta di costruire e adattare delle piccole camere piazzate sui caschi fa vivere allo spettatore l'avventura della cordata "dall'interno": dalla lentezza della progressione sulla roccia alle difficoltà della protezione sulle concrezioni, ai problemi della chiodatura, "voli"compresi. La notte passata in parete sulla portaledge racchiude l'essenza dell'attività di Pietro e Lorenzo: la ricerca di luoghi dove vivere le emozioni profonde e assolute della natura "con solo un millimetro di tela che ti separa dall'aria".

 

Domenica 15 agosto
Io e il Vento
Regia Joris Ivens e Marceline Loridan Fotografia Thierry Arbogast Musica Michel Portal. Francia 1988, col. 80’

Un anziano regista, nato in un paese tutto cielo, acqua e mulini a vento, ha sognato fin da bambino di catturare il vento. Decide ora di recarsi in Cina per filmare, appunto, il vento. Nella sua lunga vita ha filmato tante guerre, sopravvivendo ad amici e compagni d'arme. Portati dal vento della storia, ha visto passare i più svariati eventi, ha assistito a sollevazioni popolari, ha visto capi rivoluzionari trasformarsi in dittatori e ha rischiato più volte la pena capitale. Ed eccolo nella Cina sconosciuta a tentar di filmare, fra mille difficoltà, l'esercito di terracotta posto a custodia della tomba di un lontano imperatore; eccolo inseguire miti e leggende di quel popolo misterioso, fino ad accingersi, appunto, a filmare il vento. “Se ci sono film testamento, nella storia del cinema, e certamente ce ne sono, "Io e il vento" di Joris Ivens e Marceline Loridan è di sicuro tra i più alti e significativi; se ci sono film che riassumono in sé il pensiero e l'opera del proprio autore, "Io e il vento" è uno di questi; se ci sono film in cui è possibile rinvenire non solo la qualità della rappresentazione e del racconto lì, sul momento, ma contemporaneamente il giudizio critico e morale su ciò che viene rappresentato e raccontato, "Io e il vento" è fra loro; se ci sono film che, nella età matura o addirittura nella vecchiaia dei loro autori, trovano linfa di freschezza e di originalità e di spinta all'approfondimento nello stesso tempo all'anticonformismo, "Io e il vento" è indubbiamente fra i primi.” (Giacomo Gambetti, La Rivista del Cinematografo)

Lunedì 16 agosto
ControVento: maratona con tutti i film uno dietro l’altro