Con un'azione che si sposta da Roma a Napoli, un trio femminile, legato da una stretta, è al centro del primo lungometraggio della napoletana Valia Santella, prodotto e distribuito dalla Sacher di Moretti-Barbagallo.
Sono protagoniste la nonna Margherita, cantante lirica appena operata alle corde vocali, la figlia Chiara, logopedista a Roma, la vivace nipotina Lucia che soffre d'asma e chiama Margie la nonna.
Tra le prime due c'è da sempre un aspro conflitto che nasce da incompatibilità di carattere e diverse visioni della vita. Tra loro, alla fine, fa da ponte la piccola Lucia. Scritto con Heidrun Scleef, è un piccolo film al femminile che cresce lentamente e sottovoce, sempre attento ai particolari e recitato benissimo.
Offre a Stefania Sandrelli uno dei più riusciti e complessi personaggi della carriera, una donna che in Francia chiamerebbero volage, incostante, frivola, leggera, ma che ha le ali. Il titolo, ispirato ad una canzone di Sergio Endrigo, è lo stesso di una commedia del 1966, di Camillo Mastrocinque.
Valia Santella è nata a Napoli il 24 maggio 1965.
Dal 1990 ha svolto l'attività di segretaria di edizione e aiuto regista, collaborando con molti registi italiani, fra i quali Silvio Soldini, Pappi Corsicato, Gabriele Lucchetti e Gabriele Salvatores.
Ha diretto alcuni cortometraggi, partecipando, tra gli altri, al Festival Cinema Giovani di Torino e al Sacher Festival. Nel 2001 ha girato il documentario In nome del popolo italiano, tratto dal diario di Claudio Foschini (Venezia 2001, sezione Nuovi Territori), che fa parte della serie I diari della Sacher.
Te lo leggo negli occhi è il suo primo lungometraggio.