Arte tra le note
scenografie d’artista per i concerti serali di Time in Jazz
Andrea Aquilanti, IABO, Claudia Losi, Nero Project, Danilo Sini
La Storia degli incroci e delle schermaglie che hanno avuto luogo, nella contemporaneità, fra arti visive e arti musicali, sarebbe troppo lunga anche solo per essere riassunta. Ma la cosa più interessante non è tanto il modo con cui questi dialoghi hanno avuto luogo, ma il significato profondo che hanno avuto nel rimettere in discussione l'identità stessa del fare arte oggi. Non deve quindi destare meraviglia se alcuni artisti possono fungere da contraltare a dei musicisti. E' terminato il tempo in cui la visione doveva fungere da illustrazione del sonoro, o in cui viceversa, come nell'ambito cinematografico, il suono era limitato a costituire la colonna musicale di ciò che si andava vedendo. Non è tanto il vecchio tema dell'opera aperta alle varie interpretazioni, quanto quello di un'apertura più radicale del fare artistico che deve essere posto in relazionecon il "fuori", con l'esterno e l'estraneo per vivere, agire e interagire. Perchè nel frattempo ad essersi aperte sono anche le altre forme espressive, ed il risultato è un'arte relazionale nel senso che si pone in relazione con tutte le sue manifestazioni al di là delle specifiche identità. In questa chiave va interpretato il coinvolgimento degli artisti sul palco di Time in Jazz, non per definire una poetica comune, o come ruolo di spalla scenografica, ma nell'idea di una collaborazione libera e veramente "Jazzistica", sia in chiave di "atmosfera" visiva, che come "improvvisazione nell'improvvisazione".
(Marco Senaldi)
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