Fuoritema è una strana creatura editoriale. Periodico di fotogiornalismo, completamente autoprodotto, sceglie un punto di vista il più vicino possibile alle vicende che racconta, a volte una vera e propria soggettiva. Ha pubblicato autorappresentazioni di chi lavora per mare, di chi presidia un territorio per difenderlo, di chi si agita tra le visioni di una volontà personale, spesso minacciata. Quando racconta storie lontane, preferisce ammetterne l'estraneità e i dubbi di comprensione.
Nasce dalla stanchezza di una Sardegna patinata, offerta nelle rappresentazioni fotografiche come paradiso, tutto da consumare. Fuoritema fotografa i resti del pasto e le briciole lasciate cadere dal tavolo. Lo fa ispirandosi alla tradizione del fotogiornalismo sociale, ma si avventura in esplorazioni linguistiche che fanno nascere fotopoesie, fotosogni, fotoromanzi. Tutti i testi sono in italiano e inglese. Le storie sono frutto di un lavoro collettivo e nessun pezzo è firmato.
Fuoritema non pubblica articoli che abbiano pretesa di oggettività. È un periodico fazioso e partigiano che ha scelto di stare dalla parte del torto, perché come diceva qualcuno, dalla parte della ragione i posti erano tutti occupati.
Per “Time in Jazz 2012” espone una selezione di scatti in cui non divampano le fiamme, ma si intravedono gli esiti di passati incendi e le promesse di fuochi futuri. Ed è proprio al futuro che è dedicato il nuovo numero che sarà presentato in anteprima durante il festival.
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