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03. Fuori Fuoco
04. Passion Fruit
05. I Mangiafuoco - Fight the fire with fire
06. L’ultimo spenga l’incendio
07. Sguardi di Terra
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04. Passion Fruit  
 

Passion Fruit

a cura di Ivo Serafino Fenu


"Il dolore della ferita era cosi vivo, ma era cosi grande la dolcezza che mi infondeva questo enorme dolore, che non c'era da desiderarne la fine, né l'anima poteva appagarsi che di Dio. Non č un dolore fisico, ma spirituale, anche se il corpo non tralascia di parteciparvi un po', anzi molto. Č un idillio cosi soave quello che si svolge tra l'anima e Dio, che io supplico la divina bontŕ di farlo provare a chi pensasse che io mento

(Santa Teresa d'Avila, Autobiografia, XXIX, 13).


Ci vollero gli artisti barocchi, Bernini in primis, a dar concretezza visiva all’estasi mistica di Santa Teresa d’Avila ma fu lei, con le sue parole tanto dirette da apparire ancor oggi “imbarazzanti”, a indicare la via, a creare quel connubio tra misticismo ed erotismo e a trasformare l’“immenso ardore” per Dio in altro da sé, in un coinvolgimento al quale «il corpo non tralascia di parteciparvi un po’, anzi molto».

Franco Casu, Marianna Di Palma, Matteo Farolfi, Massimo Festi, Progetto ASKOS (Michele Mereu e Chiara Schirru), Francesca Randi, Pietro Sedda, Gianfranco Setzu e Alberto Spada, partendo dall’esperienza di Teresa d’Avila, in Passion fruit hanno indagato i territori di confine nei quali brucia questo fuoco che da mistico – in un’ottica affatto contemporanea –, s’č fatto fisico. Territori ove il sacro si č trasformato in un seduttivo bacino iconografico dal quale attingere in maniera irriverente e spregiudicata, mentre la passione vive di surrogati e di sempre piů labirintici percorsi mentali. Territori di cerebrali desideri inevasi nei quali lo stesso corpo č un’entitŕ ectoplasmatica e ibridata, depotenziata, diserotizzata e diserotizzante, a fronte della ben piů pregnante e partecipata transveberazione spirituale e carnale della santa spagnola.

In quest’ottica, paradossalmente, il concetto di corpo di Teresa d’Avila appare piů vicino a quello di Nietzsche di quanto non lo sia quello che emerge nella ricerca artistica dell’ultimo decennio: «Corpo io sono in tutto e per tutto, e null’altro; e anima non č altro che una parola per indicare qualcosa del corpo».

Ivo Serafino Fenu