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  Time in Jazz 2016  
 
01. Il calendario
02. Il programma
02.1 Biglietti e abbonamenti
03. Paolo Fresu - Occhi
04. PAV
05. Cinema
05. Workshop di fotografia
06. Green Jazz
07. Bookshop
08.Time in Sassari
09. Le istituzioni che sostengono Time in Jazz
10. Sponsor e partner di Time in Jazz
11. il magazine
12. Occhi sul Jazz> di Libero Farnè
 
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02. Il programma  

 

Festival internazionale
Time in Jazz

XXIX edizione
"Occhi''

Berchidda (OT)
e
Bortigiadas, Calangianus, Chiaramonti, Ittireddu,
Loiri Porto San Paolo, Mores, Ozieri, Pattada, Posada,
San Teodoro, Telti, Tempio Pausania e Tula

08 > 16 agosto 2016
con la direzione artistica di
Paolo Fresu

* * *

Ventinove candeline
per il Festival internazionale Time in Jazz  diretto da Paolo Fresu
in programma dall'8 al 16 agosto a Berchidda 
e in altri centri del nord Sardegna.
Charles Lloyd, Michel Portal, Amadou & Mariam, Bombino, Gianluigi Trovesi e Gianni Coscia
tra i protagonisti di un'edizione all'insegna degli Occhi.

Edizione numero ventinove per Time in Jazz: dall'8 al 16 agosto si rinnova il consueto appuntamento di mezza estate in Sardegna con il festival internazionale ideato e diretto da Paolo Fresu. Paese natale del trombettista, Berchidda è come sempre il fulcro della manifestazione: qui ha casa l'associazione culturale Time in Jazz che ne cura l'organizzazione, e qui si concentra la maggior parte degli eventi in cartellone. Ma anche quest'anno il festival abbraccia vari altri centri del nord Sardegna: Bortigiadas, Calangianus, Chiaramonti, Ittireddu, Loiri Porto San Paolo, Mores, Ozieri, Pattada, Posada, San Teodoro, Telti, Tempio Pausania e Tula sono le tappe di un circuito di concerti che nel mattino e nel pomeriggio vanno in scena in luoghi rappresentativi della realtà socio-culturale del posto o di valore storico o naturalistico. Novità di quest'anno, la rassegna Time in Sassari, consueto prolungamento di Time in Jazz in territorio sassarese, fungerà anche da prologo al festival: doppio appuntamento in calendario, dunque, l'8 e il 16 agosto, a Sassari, Cheremule, Sorso e all' Argentiera.

Sviluppando l'ideale percorso "anatomico" inaugurato due anni fa, dopo le edizioni all'insegna di Piedi e di Ali, Time in Jazz si riconosce quest'anno sotto il titolo Occhi, spunto tematico e filo rosso per nove giornate cariche di musica (e altro). Il jazz internazionale è rappresentato da artisti del calibro del sassofonista americano Charles Lloyd e del clarinettista e sassofonista francese Michel Portal; la scena italiana trova invece ampio spazio con la cantante Ada Montellanico, il duo del clarinettista Gianluigi Trovesi e del fisarmonicista Gianni Coscia, il quartetto Four and more, il bandoneonista Daniele di Bonaventura, i pianisti Alessandro Di Liberto, Antonio Zambrini, Stefano Battaglia, il duo Musica Nuda della cantante Petra Magoni e Ferruccio Spinetti, il progetto BAM del contrabbassista Marco Bardoscia con il quartetto d'archi Alborada e la pianista Rita Marcotulli.

In un programma sul tema degli occhi non poteva mancare la giusta attenzione per gli artisti non vedenti: ecco dunque il pianista americano Justin Kauflin, la coppia Amadou & Mariam, dal Mali, e la cantante e pianista Silvia Zaru.

Il cartellone propone poi progetti "trasversali" come il duo Bugge WesseltoftChristian Prommer, o la "Norma" di Bellini riletta in chiave jazz da Paolo Silvestri e affidata all'esecuzione dell'Orchestra Jazz del Mediterraneo e all'Orchestra Jazz della Sardegna con Paolo Fresu solista. E, ancora, progetti speciali come "Il tempo in posa", con le foto di Pino Ninfa e la musica del pianista svedese Jan Lundgren, o come il "Secret Light" del pianista Cesare Picco; produzioni originali, come i duo del polistrumentista Mino Cinelu con Rita Marcotulli e con lo stesso trombettista di Berchidda, o come "Cecità", un lavoro ispirato all'omonimo romanzo di José Saramago con l'attore Giuseppe Battiston e le musiche di Fresu e Daniele di Bonaventura. Un programma ricco e variegato, dunque, in cui trovano spazio anche il chitarrista Tuareg Bombino con il suo desert blues, il progetto Last Of Songs degli israeliani Irit Dekel e Eldad Zitrin, i poeti improvvisatori Bruno Agus e Salvatore Scanu, la Banda Bernardo De Muro e la Funky Jazz Orchestra di Berchidda.

Tanta musica, dunque, ma anche la consueta selezione di film e documentari a cura di Gianfranco Cabiddu, le varie iniziative di promozione e sensibilizzazione ambientale targate Green Jazz, e, ancora, presentazioni di libri e conferenze: è un programma ancora una volta assortito e ricco di eventi quello messo in cantiere dall'associazione culturale Time in Jazz con il sostegno della Regione Autonoma della Sardegna (Assessorato della Pubblica Istruzione, Beni Culturali, Informazione, Spettacolo e Sport, Assessorato del Turismo), della Fondazione di Sardegna, delle Amministrazioni Comunali di Berchidda e degli altri centri interessati, del Ministero dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo, dell'Unione Europea/ progetto Caras, della Comunità Montana Monte Acuto, con la partecipazione di Corsica Ferries - Sardinia Ferries, Unipol Gruppo,  Ferruccio Podda, Zedda Piras, Geasar, ASCUNAS, Boches de Cheremule, Festival Creuza de Mà, Associazione i-Jazz, Ente Musicale di Nuoro, I Luoghi del Jazz, Fab, Secauto, Mereu Auto, Mida rent, Nieddu trasporti, Medtravel,  Area Marina Protetta Tavolara Punta Coda Cavallo, èambiente, Museo del Vino, Tipografia Tas, Tecnografica MGR, Pastificio Tanda&Spada, Niedditas, Le cantine del jazz (Atlantis, Consorzio San Michele, Tenute Aini, Sas Seddas).

 

 

Prologo: Time in Sassari

La nove giorni di musica e altro in terra sarda prende dunque il via con l'inusuale prologo all'insegna di Time in Sassari. Due gli appuntamenti in scaletta lunedì 8 agosto. Il primo è a Sorso, la cittadina a una decina di chilometri dal capoluogo turritano e a pochi minuti dal mare.

 

Presso il Pozzo sacro di di Serra Niedda, alle 18, è di scena Daniele di Bonaventura, autentico virtuoso del bandoneon, lo strumento a mantice sul quale il musicista marchigiano ha incentrato una feconda produzione artistica e collaborazioni che spaziano dalla musica classica a quella contemporanea, dal jazz al tango, dalla musica etnica alla world music. Qui lo troveremo in trio con due nomi di primo piano della scena musicale sarda: il chitarrista Marcello Peghin, col quale condivide una frequentazione artistica quasi ventennale, e il contrabbassista Salvatore Maltana. 

In serata, alle 21.30, tappa a Sassari per il piano solo di Cesare Picco al Parco di Monserrato, che, sotto il titolo "Secret light"si presenta all'insegna del trinomio musica, luce artificiale, buio naturale. Autore di balletti, opere liriche, progetti speciali e frequentatore trasversale di ogni ambito musicale, Cesare Picco si esibisce in tutto il mondo dal 1986. Pianista e compositore eclettico, ha collaborato con artisti come Giovanni Sollima, Markus Stockhausen, Taketo Gohara, Andrea Bocelli, Luciano Ligabue, Giorgia, Samuele Bersani, Pacifico e orchestre quali i Berlin Chamber Soloists, I Virtuosi Italiani, la Moscow State Symphony Orchestra. È ambasciatore per l'Italia di CBM, Ong internazionale impegnata nella lotta alla cecità. 

 

Time in Jazz: si salpa con Musica Nuda

Time in Jazz salpa anche quest'anno (ed è l'undicesimo consecutivo) con un concerto a bordo di una nave della  Sardinia Ferries in viaggio lunedì 8 agosto da Livorno (partenza alle 15,30) verso il porto sardo di Golfo Aranci (arrivo previsto alle 21): protagonista il duo Musica Nuda, ovvero il riuscito sodalizio artistico della cantante Petra Magoni e del contrabbassista Ferruccio Spinetti, sulle scene da tredici anni, con un bagaglio di oltre mille concerti, sei dischi in studio, due live, un dvd e una serie di premi e riconoscimenti (tra cui la "Targa Tenco" nel 2006 nella categoria interpreti).


Martedì 9 agosto

Il festival entra a regime martedì 9 con tre diversi concerti in altrettante località. Si comincia alle 11 Mores, nella chiesa campestre di Santa Lucia, con il piano solo di Alessandro Di Liberto "Inner conversation": un viaggio introspettivo nel quale il pianista cagliaritano, tra composizioni originali, classici della tradizione americana e momenti di improvvisazione totale, attraversa le tappe fondamentali del suo percorso musicale, dallo studio del jazz alle contaminazioni con altri generi musicali.

 

 

 

Il pomeriggio porta la carovana di Time in Jazz al Museo Archeologico di Ittireddu dove è di scena, alle 18, la cantante Ada Montellanico con "Abbey's Road – Omaggio a Abbey Lincoln". Ad affiancarla in questo progetto, il trombettista Giovanni Falzone e tre talenti emergenti del jazz italiano: Matteo Bortone al contrabbasso, Ermanno Baron alla batteria e Filippo Vignato al trombone. Autrice e interprete tra le più importanti e innovative della scena jazzistica italiana, Ada Montellanico in questo omaggio mette in risalto la forza narratrice, il carattere africano e la trasgressività del mondo sonoro di Abbey Lincoln (1930-2010), iniziatrice di una nuova strada del jazz vocale oltre che attrice e attivista impegnata in seno alla comunità nera. "Abbey's Road" è uno dei progetti MIdJane, la panoramica sulla produzione artistica al femminile promossa dalla MidJ, l'associazione nazionale dei musicisti jazz (di cui è presidente proprio Ada Montellanico).

Chiusura di giornata, alle 21,30 a Calangianus, con il duo Musica Nuda di Petra Magoni e Ferruccio Spinetti, in concerto alla Chiesa di Santa Giusta.



Mercoledì 10

Mercoledì 10 si apre alle 11 sul mare di Posada,alla Torre di San Giovanni, con "Cecità", una produzione originale di Time in Jazz ispirata all'omonimo romanzo di José Saramago che racconta di una misteriosa epidemia che rende ciechi uomini e animali di un intero paese. A dare voce e atmosfere sonore al libro dello scrittore portoghese (premio Nobel per la letteratura nel 1998), un originale trio che vede accanto alla tromba e al flicorno di Paolo Fresu e al bandoneon di Daniele di Bonaventura l'attore Giuseppe Battiston .

Si resta sulla costa nordorientale della Sardegna, alle 18 allo Stagno della Peschiera nei pressi di San Teodoro, con un altro progetto originale del festival: il titolo, "Due per centotré e cinque", allude alla somma dei tasti (duecentosette in tutto) degli strumenti a mantice dei due artefici del concerto che li vedrà per la prima volta insieme: ancora Daniele di Bonaventura con il suo bandoneon e Gianni Coscia, ottantacinque anni portati con disinvoltura, uno dei più grandi fisarmonicisti in attività. 

Ha invece spento da poco le sue prime trenta candeline il pianista americano  Justin Kauflin, al centro del doppio appuntamento in programma in serata a Berchidda, sul "palco centrale" del festival in Piazza del Popolo (invece che al Centro Laber, dove era inizialmente in programma). Il primo, alle 21.30, è la proiezione (forse solo per la seconda volta in Italia) di  "Keep on keepin' on", il pluripremiato documentario diretto da Alan Hicks, e prodotto nel 2014 da Quincy Jones, che racconta l'avvincente storia di Justin Kauflin e del suo mentore, Clark Terry, il grande trombettista scomparso un anno fa a febbraio. Dal grande schermo al palco: al termine del film Justin Kauflin sarà al centro dei riflettori per un concerto di piano solo. E sarà un'occasione da non perdere per apprezzare il talento di questo pianista non vedente dall'età di undici anni.

Intorno alla mezzanotte e trenta, dopoconcerto al Museo del Vino di Berchidda con il sestetto Triple Point: Daniela Pes (voce), Dora Scapolatempore (arpa), Paride Pignotti (chitarra), John Bramley (pianoforte), Filippo Mundula (contrabbasso) e Vito Cauli (batteria). Si tratta del gruppo formato dai migliori allievi della scorsa edizione dei seminari jazz di Nuoro, l'iniziativa didattica che si tiene ogni estate, dal 1989, nel capoluogo barabaricino, e che rinnova così, ancora una volta, la sua collaborazione con il festival di Berchidda.

A precedere l'esibizione, un appuntamento di rito a Time in Jazz: la presentazione (In collaborazione con le "Cantine del jazz") della bottiglia di vino da collezione che ad ogni edizione riproduce sull'etichetta l'immagine grafica del festival.

 

 

Giovedì 11

All'insegna del pianoforte anche la mattinata di giovedì 11: a Ozieri, nella Cattedrale dell'Immacolata (ore 11) è di scena Antonio Zambrini, un musicista che ha attirato l'attenzione di pubblico e critica con i suoi brani originali, apprezzati e talvolta riproposti da colleghi musicisti, anche di prestigio, come Lee Konitz, John Law, Stefano Bollani, Ron Horton e Rita Marcotulli. Brani, quelli del pianista milanese, in cui si possono trovare influenze della tradizione musicale-cinematografica italiana, dell'Impressionismo francese, dalla musica popolare anglosassone, dei ritmi dispari della musica balcanica e mediterranea, e naturalmente della tradizione jazzistica.

Altro piano solo, nel pomeriggio, per Justin Kauflin, atteso stavolta a Pattada, alle 18, nella Chiesa di San Giovanni.

In serata si accendono nuovamente i riflettori in Piazza del Popolo a Berchidda per dare luce a due diversi set. Il primo (alle 21,30) è "Il tempo in posa", un progetto che lega dal vivo le immagini scattate da Pino Ninfa, fotografo che ha fondato il senso del suo lavoro sull'interesse per la musica e per il sociale, con le note del pianista svedese Jan Lundgren, un artista capace di mettere la sua straordinaria tecnica al servizio della musicalità, integrando le più disparate influenze. Dedicato all'area mediterranea, "Il tempo in posa" si presenta come un viaggio dalla Sicilia alla Libia passando per l'Italia del Sud e la Sardegna, attraverso feste popolari, siti archeologici, città patrimonio dell'Unesco, il mare.

La seconda parte della serata riporta in scena Gianni Coscia stavolta in duo con  Gianluigi Trovesi: un sodalizio artistico ultraventennale, quello del fisarmonicista piemontese (di Alessandria) e del sassofonista-clarinettista lombardo (di Nembro), capaci di produrre sintesi sempre felicissime tra musica colta e popolare, sprigionando momenti di autentica passione nel ridisegnare in chiave jazz la tradizione folklorica.



Venerdì 12

Quattro jazzisti sardi di lunga esperienza e dai differenti percorsi artistici, per la prima volta riuniti insieme in un lavoro comune: si chiama Four And More il quartetto sotto la cui insegna si riconoscono il sassofonista Massimo Carboni, il pianista Alessandro Di Liberto, il contrabbassista Nicola Muresu e il batterista Paolo Sechi. Apriranno la quinta giornata del festival, venerdì 12 mattina (ore 11) nella chiesa di San Nicola a Bortigiadas, con un concerto incentrato su brani originali e sulla ricerca del massimo interplay.

 

Ancora una chiesa, quella di San Lorenzo (e non di San Pietro, come precedentemente previsto) Tempio Pausania, fa da cornice all'appuntamento del pomeriggio (inizio alle 18): a tenere banco, il canto e il pianoforte di Silvia Zaru, artista non vedente di origini sarde. Nata a Milano nel 1973, diplomata al Conservatorio "Giuseppe Verdi" della sua città in Pianoforte, Didattica della Musica, Composizione e Jazz, conta cinque dischi all'attivo più uno di prossima uscita, "I like the sunrise", registrato con Massimo Colombo (pianoforte), Attilio Zanchi (contrabbasso) e Tommaso Bradascio (batteria). 

 

 

Alle 21.30 sul palco di piazza del Popolo Berchidda sale il duo formato dal pianista Bugge Wesseltoft, tra le figure di punta della vivace scena jazzistica norvegese, e Christian Prommer, uno dei migliori producer di musica elettronica e batteristi d'Europa, da quindici anni sulla scena techno e jazz crossover. Piano, batteria, percussioni e elettronica per un progetto con una forte componente di libera improvvisazione.


Spazio quindi alla "Norma" di Bellini riscritta in versione jazz dal compositore, arrangiatore, direttore d'orchestra e pianista Paolo Silvestri. Un progetto che ha debuttato l'estate scorsa a Catania nell'ambito del festival I Art con l'esecuzione dell'Orchestra Jazz del Mediterraneo e
 Paolo Fresu come solista, e che a Berchidda verrà riproposto da un organico che affiancherà elementi della stessa formazione a quelli dell'  Orchestra Jazz della Sardegna, sempre sotto la bacchetta di Paolo Silvestri e con il trombettista sardo alle prese con le melodie del capolavoro di Bellini.

 

Sabato 13

La sesta giornata del festival, sabato 13 agosto, parte alle 12 nei pressi di Loiri Porto San Paolo sulla spiaggia di Porto Taverna (anzichè alle 11 alla tanca di Lu Bagnu, come inizialmente previsto) con il progetto BAM, acronimo formato dalle iniziali dei tre componenti dell'organico: il contrabbassista Marco Bardoscia, il quartetto d'archi Alborada, la pianista Rita MarcotulliUn progetto nato da un'idea del primo e della violinista Sonia Peana e che si muove, originariamente, su brani originali dello stesso Bardoscia e alcuni adattamenti studiati personalmente per questa formazione, per arrivare a composizioni della Marcotulli e del quartetto Alborada, in un crossover tra jazz, canzoni e musica da camera.

 


Ancora il pianoforte al centro del concerto pomeridiano con cui il festival fa scalo a
Telti: alle 18, nella chiesa di Santa Vittoria suona Stefano Battaglia, un altro nome di spicco della scena jazzistica italiana. Classe 1965, pianista attento al suono e alla melodia, forte di una solida preparazione musicale che l'ha portato dapprima a mettersi in luce in ambito "classico", Stefano Battaglia conta un vasto curriculum di collaborazioni importanti e progetti propri, qualcosa come tremila concerti all'attivo, e una discografia di oltre cento titoli che gli ha fruttato premi e riconoscimenti in patria e all'estero. Nel 2004 ha inaugurato la collaborazione con la prestigiosa etichetta tedesca ECM, che ha pubblicato cinque album del pianista milanese: i due più recenti lo vedono alla testa dello stesso trio che sarà di scena domenica 14 a Tula.

 Un inedito duo per una produzione originale di Time in Jazz al centro del primo concerto della serata in piazza del Popolo a Berchidda (sempre con inizio alle 21.30): reduce dall'impegno del mattino con BAM, Rita Marcotulli dialoga stavolta con Mino Cinelu, polistrumentista (ma in particolare percussionista) francese con radici paterne in Martinica: un artista eclettico e dai molti talenti, come testimonia anche il lungo e prestigioso elenco di musicisti con cui ha collaborato, in studio di registrazione e sul palco; artisti di ambiti diversi (jazz, funk, rap, electro, flamenco e pop) e del calibro di Miles Davis, Weather Report, Herbie Hancock, Sting, Lou Reed, Antonio Carlos Jobim, Brandford Marsalis, Cassandra Wilson, Dizzy Gillespie, Elton John, Gato Barbieri, Gil Evans, Kenny Barron, Laurie Anderson, Pat Metheny, Pino Daniele, Richard Galliano, Stevie Wonder, Wayne Shorter, Zucchero, per fare qualche nome.

Nel secondo set della serata Time in Jazz cala l'asso: sulla ribalta di piazza del Popolo sale infatti Charles Lloyd, uno dei sassofonisti più importanti nella storia del jazz dell'ultimo mezzo secolo, qui alla testa del suo New Quartet con Jason Moran al pianoforte, Harish Raghavan al contrabbasso e Eric Harland alla batteria. Direttore musicale nel gruppo di Chico Hamilton e poi compagno di band di Cannonball Adderley nei primi anni 1960, Charles Lloyd ha guidato nella seconda metà del decennio una formazione storica (con un giovanissimo Keith Jarrett, tra gli altri membri) che ha registrato uno dei primi album jazz a vendere oltre un milione di copie. La sua capacità di coniugare lirismo espressivo con un senso di avventura musicale, l'ha portato anche a collaborare nei primi anni Settanta con gruppi come i Doors, i Canned Heat, i Beach Boys. Oggi, a settantotto anni compiuti a marzo, Charles Lloyd continua a dare prova del suo spirito creativo e avventuroso sia in concerto che in una fitta produzione discografica che si arricchisce sempre di nuovi titoli: il più recente è "I Long To See You", uscito lo scorso gennaio per la Blue Note.

 

Domenica 14

È dedicata a Santa Lucia, compatrona di Berchidda e, per i devoti, protettrice degli occhi e della vista, la messa musicata in programma la mattina di domenica 14 (ore 9) nella chiesa parrocchiale di San Sebastiano(patrono del paese). Ad accompagnare la funzione religiosa, l'enfant du pays Paolo Fresu al flicorno e gli archi del quartetto Alborada: Anton Berovski e Sonia Peana ai violini, Nico Ciricugno alla viola, Piero Salvatori al violoncello.

Nato vent'anni fa, nel 1996, l'Alborada ha un repertorio che, accanto alle composizioni originali per l'ensemble, privilegia la musica barocca e del Novecento con particolare attenzione per gli autori minimalisti. Accanto all'attività propria del quartetto, il complesso d'archi è da sempre impegnato in collaborazioni a progetti in ambito jazzistico.

Per Paolo Fresu altro impegno a mezzogiorno (anziché alle 18, come previsto in origine) nella suggestiva cornice del Castello Doria a Chiaramonti, dove incontra Mino Cinelu, reduce dal concerto della sera prima con Rita Marcotulli, per dare forma così a un nuovo, inedito dialogo in musica.

 

 

 

Ventiquattr'ore dopo la sua esibizione in piano solo a Telti, torma in azione anche Stefano Battaglia, stavolta a Tula, nella chiesa di Santa Maria di Coros(ore 18), e alla testa del suo collaudatissimo trio, con Salvatore Maiore al contrabbasso e Roberto Dani alla batteria, con cui ha registrato tre album per l'etichetta ECM: "The River Of Anyder", "Songways" e il più recente "In The Morning". Un tributo, quest'ultimo, al compositore americano Alec Wilder (1907-1980), sulla cui opera Stefano Battaglia ha lavorato per anni, spaziando in modo trasversale dalle popular songs alle art songs, dalla musica per il teatro all'opera, dalla night music ai lavori per l'infanzia.

Altre sonorità e atmosfere, alle 21.30 in piazza del Popolo a Berchidda, con il progetto Last Of Songs della cantante Irit Dekel Eldad Zitrin (sax, fisarmonica, piano), un sodalizio artistico nato cinque anni fa e consegnato alle tracce del primo, omonimo album: un disco caratterizzato dalla riuscita combinazione di differenti stili e colori musicali - jazz, folk contemporaneo, pop tradizionale - e con la convinzione dei due artisti israeliani che la musica sia un ponte tra differenti culture, senza differenze di religione, razza, colore e genere.
 
Poi, nella seconda parte della serata, sul palco di Berchidda piazza le tende 
Bombino con il suo desert blues. Goumar Almoctar, questo il nome all'anagrafe del chitarrista, è nato e cresciuto in Niger, ad Agadez, nel nord dell'Africa, nella tribù dei Tuareg Ifoghas, in lotta da secoli contro il colonialismo e l'imposizione dell'Islam più severo. Bombino si rifà alle sonorità tipiche degli anni '60 - '70, da Jimi Hendrix a Jimmy Page, inserendole in un contesto rock-blues di matrice americana arricchito da vocalismi in Tamasheq, la lingua Tuareg; le sue melodie elettrizzanti trasudano un groove irresistibile, una versione del blues densa e magmatica. 
 
Spenti i riflettori in piazza del Popolo, la vigilia di Ferragosto riserva una coda al vicino Parco della Musica con la 
Banda Bernardo De Muro di Berchidda e con l'altra formazione del paese a base di fiati, la Funky Jazz Orkestra. La scaletta prevede una prima parte con la "storica" banda del paese, nata nel 1913 e fucina di tanti giovani talenti (anche Paolo Fresu ha mosso tra le sue file i primi passi nel mondo della musica); spazio poi alla Funky Jazz Orkestra alle prese con la "Freesuite", un'idea originale del suo direttore Antonio Meloni e di Paolo Fresu, incentrata su brani scelti prevalentemente dal repertorio del quintetto storico del trombettista, debitamente arrangiati e rivisitati su misura delle caratteristiche espressive e tecniche dei ventidue elementi della formazione berchiddese. Previsti anche momenti in cui i due organici suoneranno insieme, e la partecipazione di solisti ospiti. 
 

 

Lunedì 15

Come da tradizione, Time in Jazz saluta il giorno di Ferragosto nelle campagne intorno a Berchidda: il primo appuntamento è alle 11 nei pressi della chiesetta di Santa Caterina, dove, dopo una conferenza sui temi ambientali, il pubblico potrà ancora apprezzare Bombino, stavolta insieme al "padrone di casa"Paolo Fresu e ad Amadou, il chitarrista maliano atteso poi in serata sul palco di Piazza del Popolo per la festa finale insieme alla sua compagna d'arte e di vita, la cantante Mariam.


 
Al termine del concerto, come ogni Ferragosto, sarà possibile degustare i piatti della cucina locale nel tradizionale pranzo berchiddese nella vicina chiesa campestre di San Michele; qui, nel pomeriggio, ritorna, dopo qualche anno di assenza dal festival, la gara di poesia improvvisata in lingua sarda a cura di Paolo Pillonca: protagonisti i poeti Bruno Agus Salvatore Scanu, insieme al ricordo di Mario Masala, il grande poeta improvvisatore scomparso lo scorso autunno che più volte è stato ospite di Time in Jazz.

 

 

 

La sera di Ferragosto, in Piazza del Popolo, è come sempre divisa in due parti. La prima, alle 21,30 (con ingresso a pagamento), porta sul palco "Promise” il progetto del polistrumentista francese Michel Portal in trio con il batterista americano Jeff Ballard e il chitarrista beninese Lionel Loueke. Clarinettista e sassofonista dalla tecnica impeccabile, interprete di maestri della musica contemporanea come Boulez, Stockhausen, Berio e lui stesso compositore,improvvisatore in costante ricerca di nuovi territori sonori da esplorare, Michel Portal è da oltre quarant'anni una delle figure di primissimo piano del jazz europeo.

 

 

Altre sonorità caratterizzeranno la seconda parte della serata in piazza del Popolo quando, sgomberata la platea da tutte le sedie e aperti i cancelli con ingresso gratuito, partirà la tradizionale festa di Ferragosto di Time in Jazz, che quest'anno si affida alla musica di Amadou & Mariam, la coppia di artisti del Mali (entrambi non vedenti) che ha saputo fondere le radici della ricchissima tradizione musicale africana con le sonorità del blues, del reggae e un senso melodico del tutto originale. "Sou Ni Title", il loro primo album registrato fuori dai confini africani, è uscito nel 1998 arrivando velocemente a vendere centomila copie, e facendogli guadagnare una posizione di tutto riguardo nel circuito della world music internazionale. Ma a consacrarli definitivamente come pietre miliari del genere, è stato l'album del 2005 "Dimanche à Bamako", uno tra i dischi africani più venduti di ogni tempo, prodotto da Manu Chao. 

Epilogo: Time in Sassari

 Calato il sipario a Berchidda, l'epilogo delle nove giornate di musica, così come il loro prologo, è all'insegna di Time in Sassari. Due gli eventi in scaletta martedì 16. Il primo, alle 18, è il concerto in solo di Michel Portal nell'area archeologica di Museddu, nei pressi di Cheremule.

Poi, gran finale con il desert blues di Bombino sulla spiaggia dell'Argentiera (invece che a Platamona, dove era inizialmente previsto). La suggestiva località, a una quarantina di chilometri dal capoluogo turritano, sarà teatro di una serata (inizio ore 21,30) in collaborazione con il festival letterario Sulla Terra Leggeri diretto dallo scrittore Flavio Soriga, che, sotto l'insegna di "Scrittori da palco", propone una sorta di "cabaret letterario" coinvolgendo voci diverse della narrativa isolana: un gruppo di scrittori professionisti e occasionali, appassionati del palcoscenico che cambiano formazione ad ogni data, si danno il cambio al microfono uniti dal desiderio di raccontare storie senza annoiare il pubblico. 

 

  • PAV

Come sempre, il festival di Berchidda non è solo musica. Fanno parte integrante del cartellone le attività del P.A.V., Il Progetto Arti Visive, dedicato all'arte contemporanea a cura di Giannella Demuro e Antonello Fresu, che giunge al suo diciannovesimo anno di attività. Con il Centro Laber chiuso in vista dell'inizio dei lavori di riqualificazione dell'ex caseificio, sarà un'edizione meno ricca rispetto al passato, allestita in una parte degli spazi di Sa Casara, la futura sede di Time in Jazz di prossima apertura. Riprendendo il tema del festival, gli Occhi, il P.A.V. presenta una rassegna di opere video a cura di Valerio Dehò, che nel titolo, "Storia dell'Occhio", ricalca quello del libro di Georges Bataille, che nel 1928, non senza provocare scandalo, indagava sulla perversione sessuale legata al voyeurismo, e dunque alla percezione visiva. 
 
Ancora una volta l'occhio, questa volta tagliato da un rasoio al centro della pellicola di "Un Chien Andalou" di Salvador Dalì e Louis Buñuel (1929), segue il percorso che il surrealismo e tutto il cinema nascente hanno riservato agli occhi, organo principe della percezione, limite tra il dentro e fuori nell'uomo, strada diretta verso il cervello: così è nelle opere di Man Ray "Les retour à la raison" (1923) e "Emak Bakia" (1926), e in quelle di Marcel Duchamp come "Anemic Cinema" (1926), in cui l'occhio è anche fonte di divertimento e di visioni. La visione astratta si unisce al suono in "Synchrony", del canadese Norman Mclaren (1971), mentre il vedere, registrare, riprendere attraverso l'occhio artificiale di una cinepresa diventa ossessione maniacale e violenta per Michael Powell in "L'occhio che uccide" (1960). Suoni e immagini sono ancora una volta accostati e stravolti nelle due versioni di "Emak Bakia" di Man Ray riprese dai Radiohead (2011) e da Ortiz Morales nella sua "Psychotic Version" (2014).


  • Cinema


"Vedere Oltre" è il titolo e allo stesso tempo l'invito racchiuso nella rassegna cinematografica curata da Gianfranco Cabiddu e dal Gruppo cinema di Time in Jazz per questa edizione del festival dedicata agli "Occhi", in cui sarà riproposta una rilettura di classici del grande schermo e di recenti documentari che riflettono il senso dello sguardo, dell'immagine, del vedere. I lavori che saranno proiettati al Cinema Santa Croce di Berchidda (dall'11 al 14 agosto, dopo la mezzanotte), molto diversi tra loro per tecniche di racconto e per temi trattati, hanno in comune il "vedere oltre": oltre l'apparenza, oltre la realtà catturata da uno sguardo o da una macchina fotografica, oltre i propri limiti, oltre il visibile. Film capaci di mettere in relazione sensibilità e mondi spirituali interiori, con la meraviglia, i colori, e le storie. Dai classici "Blow Up" di Michelangelo Antonioni e "La Finestra sul Cortile" di Alfred Hitchcock al documentario "Alla ricerca di Vivian Mayer", la scoperta di una delle più importanti fotografe del XX secolo, e infine a "Per altri occhi" di Silvio Soldini, un documentario che racconta la vita quotidiana di dieci antieroi tutti ciechi, che "vedono" chiaramente il loro destino e il mondo e seguono i loro sogni. Tutti film che mettono al centro la percezione, il vedere oltre, che nel nostro vivere quotidiano sempre più caotico è sempre più spesso "ignorato e mancante".


  • Altri eventi

Fuori Tempo

Il centro storico di Berchidda, si animerà nelle sere tra il 12 e 15 agosto, intorno alle 20, con gli appuntamenti musicali di Fuori Tempo, di cui saranno protagonisti formazioni e musicisti che proporranno produzioni d'autore e sperimentazioni musicali originali, esplorando sonorità tra jazz, rock, funky,elettronica e campionamenti. Si comincia l'11 agosto al Jolly Caffè con The Homemade Potato, e si prosegue il 12 con il Quasi trio al Bar K2 e Bar Centrale. Dopo una pausa di un giorno, Fuori Tempo torna il 14 agosto al Cafè Rosé con Zamuamumucs e Dj Cris per concludersi la sera del 15 al Bar Al Muretto con Spedicati.

 

Note al volo

L'11 e 12 agosto al Time in Jazz music bar dell'Aeroporto Costa Smeralda di Olbia, alcuni artisti che fanno parte della programmazione musicale del festival troveranno un pianoforte su cui improvvisare un saluto in musica. Apre la serie l'11 mattina alle ore 12 lo svedese Jan Lundgren, mentre nel pomeriggio dello stesso giorno, alle 18, sarà protagonista Antonio Zambrini. Il giorno seguente, venerdì 12, a mezzogiorno sarà il turno della cantante e pianista Silvia Zaru, e a concludere la rassegna, alle 16, il piano solo di Cesare PiccoSi intitola Note al volo l'iniziativa realizzata grazie alla pluriennale collaborazione di Time in Jazz con la Geasar, società di gestione dell'aeroporto olbiese.


Wine book


Tornano le presentazioni di Wine Book, spazio dedicato alle novità editoriali con aperitivo nei bar di Berchidda. La sera del 12 agosto si inaugura la serie di appuntamenti nel pomeriggio di venerdì 12 agosto (ore 18) presso il Bar Al Muretto, con "Le banditesse. Storie di donne fuorilegge in Sardegna" di Franco Fresi, uscito quest'anno per Il Maestrale: Tre ritratti di donne spietate vissute in diverse epoche storiche. Sabato 13 Winebook si sposta al Bar K2, dove il musicologo e etnomusicologo Gian Nicola Spanu presenterà il suo "Strumenti e suoni della musica sarda" un'opera omnia uscita nel 2014 per Ilisso, corredata di ricchissimo apparato iconografico,fotografico. Domenica 14, vedrà protagonista al Caffè Rosé la scrittrice Anna Castellino con il suo ultimo romanzo, "La bimba di Madame Fransé", pubblicato lo scorso anno da Aipsa. L'ultimo appuntamento sarà il 15 presso il Bar Al Muretto per la presentazione di "Se ascolti il vento", il romanzo di debutto di Franco Mannoni edito quest'anno da Arkadia.
 

  • Green Jazz


La sostenibilità ambientale e la riduzione dell'impatto del festival sul territorio sono diventati di centrale importanza per Time in Jazz, che da sette edizioni prosegue e consolida il suo impegno a favore dell'ambiente attraverso Green Jazz, un progetto di sensibilizzazione che dà voce ai temi del risparmio energetico, dell'uso delle energie alternative, della differenziazione dei rifiuti, dell'abbattimento delle emissioni di CO2. 
 
Lo sviluppo di una coscienza ambientale nell'ambito di Time in Jazz nasce da originali progetti come i concerti nei boschi del Limbara e nelle chiesette campestri, che hanno stimolato una maggiore consapevolezza sui temi dell'ambiente e della sostenibilità, portando, anche grazie al supporto di partner e sponsor locali, alla realizzazione di iniziative volte a tutelare un patrimonio naturale e culturale di inestimabile valore. 
 
Green Jazz è presente anche in questa edizione del festival con stand e azioni di sensibilizzazione ambientale per la promozione di buone pratiche per il contenimento dell'impatto ambientale.
Prosegue, per la riduzione delle emissioni di CO2, il progetto 
Light for music
, che grazie a un impianto fotovoltaico mobile produce energia per alimentare i concerti sia nelle chiese campestri sia negli altri "teatri" all'aperto della manifestazione e prosegue anche il costante impegno per la riduzione dei consumi energetici audio e luci del palco centrale di Piazza del Popolo.
Per ridurre i rifiuti, saranno allestite nei luoghi del Festival le 
Isole ecologiche di Green Jazz
, spazi dedicati alla raccolta differenziata con contenitori realizzati in materiali di recupero. Buone pratiche per il risparmio energetico e idrico sono suggerite anche dai promemoria di Green Bed, diffusi nelle strutture ricettive.
 In collaborazione con FoReSTAS (Agenzia FOrestale REgionale per lo Sviluppo del Territorio e dell'Ambiente della Sardegna) in Piazza del Popolo sarà creato un percorso vegetale che guiderà alla scoperta della flora locale. FoReSTAS sarà presente anche con un suo stand per fornire informazioni su ambiente e territorio. 
 
In collaborazione con l'Area Marina Protetta di Tavolara – Punta Coda Cavallo verrà allestito un laboratorio per bambini dal titolo gli 
Occhi del Mare
 curato dal personale dell'area marina protetta che si terrà nei cortili di Casa Sanna il 14 agosto dalle ore 17 alle 19. 
 
Fanno parte delle azioni Green Jazz anche la promozione e valorizzazione dei prodotti della tradizione enogastronomica locale a "chilometro zero" preparati in collaborazione con lo chef Elia Saba, presidente dell'Unione Cuochi Sardegna e sostenute quest'anno grazie alla collaborazione storica con il pastificio Tanda&Spada (
www.tandaespada.it), l'azienda agro biologica Giuseppe Brozzu (www.giuseppebrozzu.it) con l'olio extravergine "Meliddu", e la CPA Arborea con le cozze "Nieddittas" (www. nieddittas.it).
 
Per sensibilizzare il pubblico a ridurre l'uso delle auto durante i giorni del festival, e dunque le emissioni inquinanti, Time in Jazz incoraggia le soluzioni alternative di condivisione dell'auto e del viaggio per raggiungere il festival e le diverse sedi dei concerti, come il carpooling, (attraverso portali come Blablacar o Clacsoon), l'uso del treno, o di altri mezzi non inquinanti.

Prosegue inoltre il monitoraggio dei consumi e delle emissioni del festival Time in Jazz per valutarne l'impatto ed il costo ambientale di ogni suo aspetto. La congiuntura economica non favorevole non ha permesso di attivare per questa edizione alcune azioni di riduzione degli impatti ambientali legate all'uso di materiali e servizi più costosi rispetto alle alternative standard di mercato e non legati invece ad abitudini comportamentali che non passano per le quotazioni di mercato. In particolar modo l'uso di stoviglie biodegradabili e il servizio navette gratuito, fermo già purtroppo da alcune edizioni, non saranno parte delle azioni green del festival, tuttavia l'invito alla tutela dell'ambiente con la condivisione dei passaggi e la raccolta differenziata sono la risposta culturale del festival e del pubblico del festival a questo handicap economico.

 

Info

Biglietti e abbonamenti per il festival si possono acquistare online su circuito Vivaticket e nei punti vendita autorizzati. L'ingresso è a pagamento solo per i concerti serali che si tengono in piazza del Popolo, gratuito per tutti gli altri appuntamenti.

Per informazioni, la segreteria di Time in Jazz risponde al numero telefonico 
079704731 e all'indirizzo di posta elettronica 
info@timeinjazz.it. Per il calendario completo del festival e altre notizie: lnx.timeinjazz.it – www.facebook.com/timeinjazz.

 


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Associazione culturale TIME IN JAZZ
via Milano, 18 - 07022 Berchidda (OT)
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lnx.timeinjazz.it

 


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